L'Italian fashion seduce il Canada

La celebrazione dell'origi-nalità, dello stile
incon-fondibile e del savoir-faire made in italy. Questa la missione
- brillantemente conclusa - della settimana italiana della moda che
si è tenuta a Toronto e Montréal, le due città
'più italiane' in Canada.
Un appuntamento pro-mosso dall'ICE - Istituto Nazionale per il Com-mercio
Estero - con lo scopo di mettere in vetrina l'innovazione, l'arte e
l'immagine del fashion design italiano
"L'Italia - ha detto il presidente dell'ICE, An-tonio Lucarelli
- da sem-pre influenza la cultura canadese attraverso l'ar-chitettura,
l'arte e la moda. E continua a farlo, tanto che molti artisti e designer
canadesi si ispirano pro-prio alle numerose opere del Belpaese, che
restano impareggiabili per storia, tradizione e bellezza".
Nel corso dell'intera setti-mana, tutte le boutique di marchi italiani
hanno messo sotto i riflettori, sui loro scaffali, il meglio della musica,
dell'arte e della gastronomia italiana. Lo scorso 4 ottobre, poi, l''evento-clou'
della sett-imana italiana della moda, con il 'défilé'
delle col-lezioni autunno-inverno 2009-2010 presso l'Ogilvy Tudor Hall
di St. Catherine. Un evento rivolto soprattutto ai clienti VIP canadesi,
per conoscere le ultime novità del marchio made in Italy. Ma
non solo.
Tra le firme che hanno partecipato all'evento montrealese, ricordiamo:
Pal Zileri, Paul & Shark, Max Mara, Cinzia Rocca, CBY by Cinelli,
Post card, Add, White by CBY, Marella, Moncler , She's So, Save the
Queen, Seventy, Lily Simon, Max Mara, Max Mara Weekend, Tricot Chic,
Cappopera, Fuzzi. Alcuni sono marchi prestigiosi e rinomati a livello
mon-diale - e spesso sono capi classici e raffinati per persone facoltose
- altri invece rappresentanto del-le novità assolute, non solo
nello stile - più vicino ai gusti giovanili - ma anche nel linguaggio,
con il marchio che mutua un termine inglese, lingua internazionale e
dunque dinamica e aperta per eccellenza. L'obiettivo è quello
di intercettare il mercato del futuro, quello più dinamico e
impre-vedibile dei giovani. Tra-smettendo loro una tra-dizione - quella
della mo-da italiana - che affonda le sue radici nel lontano 1950. Ad
'inventarla' fu Gian Battista Giorgini. Alla fine degli anni '40 non
esisteva una vera in-dustria dell'abbigliamento italiano: la quasi totalità
degli abiti erano prodotti su misura nelle sartorie artigiane. Dopo
la guerra, invece, fu proprio il Mar-chese Giorgini a organiz-zare la
prima sfilata italiana, coinvolgendo le sorelle Fontana, Jole Ve-neziani,
Simonetta, Ger-mana Marucelli, Emilio Pucci, Carosa, Schuberth, Fabiani
e altri. Giorgini aveva lavorato per lungo tempo negli States e, gra-zie
alle sue conoscenze, riuscì a convincere molti buyers americani
e persino qualche giornali-sta della stampa interna-zionale.
Fu un successo che ha segnato l'inizio del Made in Italy.
I compratori americani si resero conto della fan-tasia, della creatività,
del-la raffinatezza dei mate-riali e della semplicità di taglio
dei nostri creatori. Inoltre, dettaglio non trascurabile, i nostri prezzi
erano convenienti: abiti, accessori, pellami costa-vano la metà
rispetto alla Francia.
La prima sfilata italiana si svolse così il 12 febbraio 1951
a Villa Torrigiani, in casa del Marchese.
Successivamente, vista l'affluenza di pubblico, i défilé
si svolsero nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, una sede prestigiosa
che ospitò la Moda fino al 1982. Qui presentarono i loro modelli
stilisti del calibro di Valentino, Ca-pucci, Krizia, Mila Schon, Irene
Galitzine, Roberta di Camerino, Federico For-quet, Gattinoni, Missoni,
Fausto Sarli e Renato Ba-lestra. Oggi tutti nomi di fama mondiale, conosciuti
e apprezzati da tutti i canadesi. Vittorio
Giordano