suor carmelina verso la beatificazione
In quella stanza numero 306 dell’ala ovest dell’o-spedale
Riverdale (oggi noto come Bridgepoint Health) migliaia si sono recate
per parlare con Suor Carmelina, confinata per 24 anni su un letto di
sofferenza. Per ognuno di quei “pellegrini” la reli-giosa
e’ ricordo di amore, compassione, generosita’.
Sono loro i testimoni di quel processo di “cono-scenza”
che e’ la prima tappa verso la beatifi-cazione che farebbe della
religiosa di origine cam-pana, la prima santa di Toronto.
Un processo che vede in prima fila, nel raccogliere testimonianze che
com-provino una esistenza venerabile di “eroica virtu”,
( come prescrive l’iter) anche Joseph Di Grado, l’ex cappellano
dell’ospedale che conob-be e segui’ il calvario della suora
passionista per oltre 15 anni. “ Nonostante la grande sofferenza,
lei era li’ disponibile ad aiutare quanti si avvicendarono al
suo capezzale”. E furono tanti, come dicevamo, e chi non riusciva
a rag-giungerla nel suo letto d’ospedale, cercava il contatto
e la sua assistenza telefonandole.
E tutti ricevettero un aiuto, una risposta , in quanto, come scrive
Padre Gabriele Cingolani nel libro a lei dedicato (Sulla Croce con un
sorriso), “Trovava le parole giuste, perche’ lei stessa
era una esperta del dolore e della sofferenza.”
Senza parlare di “mi-racoli”, il dono della fede che Suor
Carmelina sa-peva infondere ai suoi assistiti e che ha segnato e cambiato
l’esistenza di tanti, servira’ a definire un percorso che
e’ solo al primo stadio ma che tanti sperano si realizzi nella
canonizzazione di quella donna e religiosa che della sua sofferenza
ha fatto dono al prossimo ed al Signore.
Di Grado, insieme alle Suore Passioniste di San Paolo
della Croce stanno raccogliendo evidenze e testimonianze. . Contattare
Sr. Valeriana (416) 242-4207 or Joseph DiGrado (905) 876-9486. jocadigrado@yahoo.ca.
Sabato 21 marzo
, alle 10 a.m. sara’ celebrata una messa per
Suor Carmelina Tarantino, presso la chiesa di St. Pashal Baylon, sita
al 92 Steeles Ave. W., ad ovest di Yonge Street.
Figure che hanno
costruito la nostra storia
Sr. Carmelina Tarantino
La storia di Sr Carmelina Tarantino, figlia di Saverio Tarantino e
Annunziata Fiore, è quella di una giovane emigrante veramente
singolare. La si vede ritratta sul letto: la sua cattedra, con i capelli
sciolti sulle spalle, il Crocifisso tra le mani e l’abito da passionista.
Figlia di una numerosa famiglia di Liveri di Nola, vicino Napoli, emigrata
in Canada nel 1964. Una nostra contem-poranea che ha conosciuto le fatiche
del distacco dalla patria e l’insicurezza del futuro.
I Tarantino: una di quelle famiglie che non ci sono più: 11 figli,
tante bocche da sfamare e poco lavoro. Verso gli anni 50 – 60,
alla vigilia del boom economico italiano alcuni fratelli decidono di
emigrare. La meta è il Canada. Carmelina li vede partire ad uno
ad uno e finalmente nel 1961 tocca anche a lei. E’ una bella ragazza,
di senso pratico, allegra, scherzosa, matura e indipendente. Le fatiche
della vita l’hanno irrobustita. Ha fame di preghiera e di valori
spirituali. Dio è per lei una presenza viva e il suo mistero
un’attrazione più forte delle altre. Ama i poveri.
E’ una bella ragazza e molti giovani la corteggiano ma Carmelina
non si sente attirata dal matrimonio. Attende il segno di Dio. Questo
arriva: essa emigra in Canada dove stanno lavorando altri fratelli e
sorelle.
Nel 1960 aveva inco-minciato ad accusare dolori e un persistente mal
di testa, malesseri vari, tra i quali l’impossibilità di
dormire la notte. I familiari sono allarmati. Carmelina è molto
amata e si preoccupano per lei. Comincia allora un lungo pellegrinare
da un medico all’altro e i pareri sono contraddittori. Nessuno
riesce a diagnosticare il suo male. I fratelli allora decidono di condurla
con loro in Canada per cambiare aria e cercare la causa del suo malessere.
Un viaggio senza ritorno.
Carmelina arriva in Canada, la terra dei trecentomila laghi, il 4 luglio
1964. Dopo lunghe ed estenuanti ricerche finalmente la sentenza: cancro.
Le viene amputata una gamba. Mentre il fisico si consuma lei nutre ed
esprime il desiderio di essere religiosa.
Ma, chi accetta una malata? Tutti la sconsigliano anche perché
l’amputazione ha risolto un problema ma ne ha aperto altri. In
Italia i suoi genitori moriranno senza conoscere la tragedia della figlia
il cui luogo abituale è ormai l’ospedale.
Ma da questo ospedale Carmelina incomincia ad attrarre tante persone
colpite dalla sua fede, dalla sua gioia di vivere, dal suo amore per
Gesù.
E Gesù Crocifisso che la sta plasmando a sua immagine le fa un
dono: essere religiosa. Per vie che solo la Provvidenza dispone le fa
conoscere e incontrare le Suore Passioniste di S. Paolo della Croce
che l’accolgono tra loro il 26 novembre 1977.
Essa svolge la sua missione dal letto che diventa una cattedra di vita
per tanti: giovani sbandati, famiglie disgregate, bambini, amici. Una
persona capace di mettere in moto migliaia di persone come testimonia
la fondazione di Società Unita in Toronto e la fondazione di
Teopoli.
Muore il 21 marzo 1992.
Il suo motto: O Gesù, il soffrire è stata la mia gioia,
il dono che mi ha fatto incontrare te, l’amore più grande
della mia vita. Tutte le sofferenze che tu mi chiedi io sono pronta
a prenderle per tuo amore.
dal sito : passioniste.org