Lo Specchio

fuori i bulli dalla scuola

Il governo provinciale ha deciso di usare la mano dura per combattere il di-lagante e triste fenomeno del bullismo nelle scuole. Con un disegno di legge introdotto questa setti-mana alla Camera, il go-verno McGuinty propone la formalizzazione del-l’intervento obbligatorio delle autorita’ scolastiche, dagli insegnanti, ai pro-fessori ai presidi fino ai Provveditorati agli Studi appena un caso di bul-lismo e’ identificato.
La nuova normativa pre-vede anche l’esplusione dalla scuola o dall’istituto superiore per un atto di bullismo. L’intervento dei politici fa seguito a due recenti casi di ragazzi suicida a causa di continui atti di bullismo da parte di “compagni” di scuola.
Agli inizi di settembre il piccolo Mitchell Wilson, 11 anni, di Pickering af-fetto da distrofia musco-lare si e’ tolto la vita dopo essere stato per giorni tormentato da compagni di un ragazzo imputato di aver derubato Mitchell.
Ad Ottawa il giovane Ja-mie Hubley si e’ ucciso dopo essere stato preso di mira per il suo incli-nazione sessuale.
“Da queste dolorose espe-rienze di vita, dobbiamo trarre l’insegnamento per evitare, con tutti gli in-terventi possibili, che si-mili tragedie non si ri-petano piu’ e che tutti i nostri alunni possano fre-quentare la scuola in assoluta liberta’ e si-curezza,” ha detto il Premier McGuinty.
La normative prevede an-che che le autorita’ sco-latische intervengano in modo efficace e capillare per prevenire situazioni di bullismo.
Secondo gli esperti, il bullismo e’ dilagante e si sospetta che un alunno su tre sia oggi vittima di bulli o lo sia stato almeno una volta nel corso dell’anno scolastico.
McGuinty dovra’ comun-que ricevere l’appoggio dei partiti dell’Opposi-zione per poter ottenere l’approvazione della nor-mativa; appoggio che non appare difficile in quanto sia l‘Ndp di Andrea Hor-wath che i conservatori di Tim Hudak, partendo da poli ideologici diversi, hanno gia’ spesso sol-lecitato soluzioni alla vio-lenza nelle scuole.
Alcuni esperti hanno pero’ criticato il disegno di leg-ge, sostenendo che con questo si vuol tornare alle maniere dure quando oggi il bullismo e’ visto piu’ come “un segnale” di ri-chiesta o necessita’ d’as-sistenza socio-psico-logica. “Cio’ che e’ impor-tante in questo inter-vento,” spiega Debra Pe-pler dell’Universita di York e considerata una delle massime autorita’ nazionali sul bullismo, “ e’ che l’atto e’ trattato alla stregua di una aggression fisica.” “Ma cio’ significa che se uno studente rischia l’espulsione allora si de-vono anche avere scuole e classi “alternative” dove servizi e programmi psico-logici sono a disposizione dello studente. Come si offrono interventi assi-stenziali agli alunni che hanno difficolta’ con la matematica o altre mate-rie, cosi’ si dovra’ inter-venire per gli alunni por-tati a vivere questi com-portamenti violenti verso i compagni.”

 

2 dicembre 2011