Figlio d’internato…
un “ruolo” di rabbia
“Mi sento italianissimo. Sono nato a Vancouver e
quindi il Canada e’ la mia patria ed amo profon-damente il mio
paese; ma, lo faccio con la stessa in-tensita’ di come mi sento
visceralmente e cultural-mente italiano.”
Antonio Cupo, artista in-ternazionale: attore, musi-cista, cantautore,
star del “piccolo schermo” in Italia ed in Europa; inter-prete
affermato in Nord America del cinema di Hollywood.
Ma forse basta dire “Elisa di Rivombrosa” , serial fe-nomeno
della televisione italiana che ha battuto ogni record, con oltre 14
milioni di telespettatori per collocare di diritto Antonio Cupo nel
firma-mento delle nuove star cinematografiche inter-nazionali. Ne e’
stato l’in-terprete per eccellenza.
Ed ora la nuova grande sfida artistica; questa, qui in Canada nel complesso,
difficile ruolo del giovane italo-canadese Marco Mo-retti, responsabile
del re-parto Forniture, Stoc-caggio e Spedizioni in una fabbrica di
bombe, negli anni ’40 in Canada, nel mezzo della Seconda Guerra
Mondiale.
Lui giovane aspirante “pa-triota” canadese, consi-derato
ora un potenziale “nemico straniero” dalla sua stessa patria;
l’esercito ha respinto la sua richiesta d’arruolamento ed
il padre e’ finito in un campo d’in-ternamento insieme a
tanti altri italiani residenti in Canada. Ma, la mamma, la sorella e
le cugine de-vono pur mangiare e Mar-co, diventato per neces-sita’
capofamiglia, con tut-ta la rabbia di un giovane dentro, e’ costretto
a lavo-rare in quella fabrica di bombe, “Victory Muni-tions”
-un infermo per Marco e le tante ragazze che vi lavorano nella ma-nifattura
delle bombe da inviare agli Alleati in Europa.
“E’ un ruolo che ho af-frontato con serieta’ cul-turale,”
ci dice Antonio Cupo nel corso dell’inter-vista esclusiva a Lo
Spec-chio.
“Sono nato alla fine degli anni ’70 e quindi ho cono-sciuto
tutta la questione degli italiani internati, da racconti, da documenti.
Ma, lo stesso, ne ho per-cepito la profonda lacera-zione emotiva, il
dolore, l’offesa che come uno schiaffo ha scosso la no-stra collettivita’
in Cana-da. Una umiliazione che ancora oggi grida: giu-stizia.”
“Mi auguro che nel mio ruolo, nella mia inter-pretazione, gli
italiani in Canada trovino, nei limiti di una serie televisiva, mo-tivi
di riaffermazione della bonta’ e dell’onesta’ civica
della nostra comunita’ in questo Paese negli anni ’40.”
La serie originale “Bomb Girls” –che al centro della
trama pone proprio questo nuovo ruolo inedito di donne e ragazze lavora-trici
negli anni ‘40, a causa della Guerra - parte mer-coledi 4 gennaio,
2012, sulla Global Tv alle 20.
Un ruolo comunque che offre a Cupo un potenziale di successo enorme,
come lo e’ stato quello in “Elisa di Rivombrosa” in
Euro-pa?
Antonio ci spera, per una carriera che sembra “divi-sa”
tra Italia (Europa) e Canada (Nord America)… “No, queste
mie due iden-tita’, diciamo anche patrie, artistiche non sono
in con-correnza ma le sento in me, amanti. Arricchiscono la mia cultura
e la mia arte e mi trovo a casa mia in entrambi i continenti. Mia madre
e’ pugliese; mio pa-dre campano, di un paese dell’area famosa
per le mozzarella da buffalo quindi il gusto ed i sapori italiani li
vivo intensa-mente. Guardando poi le foto degli anni ’30 e ’40
ho potuto dare volti alle storie delle persone della mia famiglia…
e quando sono a Vancouver godo della bellezza naturale tutta in-torno…
“
“Italiano e Canadese, un binomio eccezionale.”
Bomb Girls debutta su l canale TV Global, il 4 gennaio 2012,
alle ore 8 pm ET.