Harper-Layton, la nuova sfida
E’ stato un vero e proprio tsunami po-litico quello che si e’
abbattuto sul Canada a conclusione del voto federale del 2 maggio corso.
Erano state definite elezioni “inutili”; e sara’ stata
proprio questa percepita “inutilita’” che ha fatto
scattare nel-l’elettorato la voglia del “diverso”,
del rinnovo e, sopratutto, della “puni-zione”. In questo
clima, Harper ha ottenuto cio’ che sperava: un governo di maggioranza
assoluta; Ignatieff cio’ che temeva: la piu’ grave sconfitta
politica nella storia del partito liberale federale e Layton cio’
che sognava:la piu’ grande affermazione elettorale nel-la storia
dell’Ndp.
Per la collettivita’ italocanadese l’aprir-si di una nuova
importante pagina poli-tica, questa volta con il partito conser-vatore
e con Julian Fantino, rieletto deputato per “Vaughan” l’opportunita’
di una presenza che conta nella stanza di comando del nuovo governo.
Ricevuto il mandato, formale, del Go-vernatore Generale, di governo,
Harper sta met-tendo a punto la com-posizione del suo nuovo Gabinetto
che certamente dovra’ tener conto della nuova importanza della
Gta, e del voto “multi-cul-turale” nel partito con-servatore.
Il dibattito, la “svolta”
Ma, si deve ricapitolare per comprendere la va-stita’ del terremoto
poli-tico e della ondata di “distruzione” scatenati dal
voto. Un voto che ha pre-so una sua anatomia in-controllabile ed impre-vista
dai partiti, con il dibattito televisivo in francese, dove Layton si
e’ imposto per “freschezza”, energia e come “valida
alternativa”: Ignatieff e’ apparso anonimo e so-prattto
Duceppe e’ sparito, superato dai tempi che passano. Gli elettori
della “Belle Province” hanno cosi’ lanciato l’
Ndp pri-ma verso l’accettazione nazionale come valida alternativa
e poi il suc-cesso elettorale.
L’interesse generato ha portato la percentuale dei votanti al
61,4%, meglio del record minimo del 58,8% delle precenti con-sultazioni
del 2008.
Il crollo dei liberali
Contati i voti, i conserva-tori avevano 167 seggi (prima 143), l’Ndp
come Opposizione Ufficiale, 102 seggi, rispetto ai 36 precedenti; liberali
scesi a 34 seggi dai precedenti 77. E, la leader dei Verdi, Elizabeth
May ha fatto storia conquistando in BC il primo seggio del suo partito.
Il Bloc Quebecois e’ spari-to: ridotto a 4 seggi, da 47, il leader
Duceppe sconfitto e dimis-sionario; alla Ca-mera, persa la qualifica
ufficiale di “partito”. E l’Ndp con la meta’
dei suoi seggi vinti nel Quebec diventa anche “portavoce”
effet-tivo dei franco-canadesi. Mai nella sua storia, l’Ndp aveva
vinto cosi tanti seggi.
L’umiliazione liberale si completa nella sconfitta di Ignatieff
che perde il seg-gio di Etobicoke-Lakesho-re a favore di uno scono-sciuto
conservatore.
Ignatieff, deve ricono-scere la vastita’ della scon-fitta ed annuncia
le sue dimissioni da leader dei liberali.
La “fortezza” liberale di Toronto e la Gta non c’e’
piu’: sgretolata a spazzata via da una duplice onda, quella dell’Ndp
che da sud a nord si e’ riversata su Toronto, e quella dei con-servatori
che ha invece attraversato la Gta da est ad ovest.
Per i liberali e’ stata una catastrofe senza prece-denti: i loro
34 seggi sono il nuovo record minimo; meno del numero di seggi vinti
nel 2008 solo a To-ronto e la Gta.
Nei 27 seggi della Gta, i conservatori ne hanno vinti 26, uno e’
rimasto liberale.
A Toronto i liberali son rimasti con cinque seggi; i conservatori per
la prima volta in vari decenni, non solo hanno vinto un seggio ma ne
hanno preso ad-dirittura 10; l’Ndp e’ salito da due ad otto.
Nelle ultime elezioni, i liberali ne avevano 21.
Il dopo Ignatieff
Per il partito liberale e’ gia’ iniziato il dopo-Igna-tieff,
il lungo processo di ricostruzione di un partito ridotto ormai all’ombra
di se stesso; tolti i ricordi, rimane ben poco.
A Montreal, nella circo-scrizione di Papineau, di forte personalita’
italo-canadese, Justin Trudeau si e’ riconfermato liberale vincente.
Di lui, nel partito, gia’ si parla come uno dei “pro-babili”;
il figlio 40enne del leader storico e mitico dei liberali, ha un forte
seguito tra i giovani libe-rali attraverso il paese ed ha messo a punto
una ca-pace organizzazione di Sezione.
Legati all’immagine Tru-deau, i liberali potreb-bero realmente
affidarsi a Justin?
Altri possibili sono Do-minic LeBlanc, 44enne, del New Brunswick, an-che
lui figlio d’importante riferimento storico, Ro-meo LeBlanc, ex
Gover-natore Generale. Oppure rimanere al presente e dare finalmente
a Bob Rae la possibilita’ di guidare an-che il partito liberale,
dopo l’esperienza a capo del-l’Ndp dell’Ontario.
E McGuinty?
La maggioranza assoluta vinta da Harper e, sopra-tutto il rilancio
dell’Ndp, non sembrano preoccupa-re, almeno ufficialmente, il
premier liberale Dalton McGuinty che ad ottobre dovra’ affrontare
l’eletto-rato dell’Ontario nelle previste elezioni provin-ciali.
“Ogni elezione ha caratte-ristiche proprie e sarebbe un grave
errore trasferire o valutare altre consul-tazioni attraverso le osser-vazioni
ed analisi emerse da votazioni svoltesi in contesti diversi,”
ha detto McGuinty alla stampa.
Ma, tanto per stare sul sicuro, il premier ha invitato la stampa ad
una riunione del suo gruppo parlamentare. Ai suoi de-putati il premier
ha fatto un discorso elettorale, soffermandosi sulle capa-cita’
del partito di con-tinuare a guidare l’On-tario, attaccando dura-mente
sia il leader conser-vatore Hudak che quello dell’Ndp Horwath.
Ma gli osservatori politici vedono nella rinnovata forza dell’Ndp
un pericolo potenzialmente maggiore di quello che i con-servatori di
Hudak potrebbero rappresentare per McGuinty.
Al Comune di Toronto, in-tanto il sindaco Rob Ford e’ felice come
una Pasqua per la vittoria di Harper e annuncia un periodo di grande
collaborazione ed importanti iniziative con il governo federale.