secessione...e noi?
E’ un’Italia passionale nella sua identita’
nazio-nale unitaria; viscerale nel suo amor di patria, ed un po’
idealista nelle sue aspettative future; e’ in-somma, l’Italia
“peggiore” che le aspirazioni seces-sioniste di Umberto
Bossi si possano trovar di fronte. Questa Italia e’ quella che
vive fuori dall’Italia: e’ quella fatta da milioni di “meridionali”,
di friulani, emiliani, veneti, liguri ed altri “del nord”
che hanno preso la via dell’emigra-zione.
All’estero, quelli del Sud e del Nord si son ritrovati “fratelli”,
uniti nel sacrifi-cio e nelle loro radici, nell’italianita’
fluida delle loro nuove famiglie sorte negli anni con “mamma ,
pu-gliese, papa’ friulano” o, lui calabrese e lei veneta
...
“In queste famiglie, che rappresentano fusione di-namica delle
varie diverse componenti tradizionali, storiche e regionali della italianita’
che individual-mente ci definisce,” ci dice Pal Di Iulio, moli-sano,
direttore di Villa Charities, “Siamo diven-tati, a livello collettivo,
quello che l’Italia spera ancora di diventare e che noi speriamo
diventi.”
Ma il Senatur non apprez-za: nell’ultimo recente convegno “ribattesimale”
del suo partito ha ripro-posto, in un replay ab-bastanza penoso, la
richiesta-ricatto-minaccia della “sua” Lega Nord: un referendum
per la seces-sione della “padania” dal resto dell’Italia.
“E’ un farneticare di Bos-si,” dice Carlo Consiglio,
avvocato e campano vera-ce. “O sta invecchiando precocemente o
deve re-cuperare il suo elettorato. Come italiani all’estero,
la nostra noncuranza sarebbe il miglior disprezzo.”
Ma, se per assurdo... “non si arrivera’ mai alla seces-sione,”
risponde Con-siglio.
“E poi la nostra italianita’ non e’ condizionata da
Bossi; ha radici culturali, intellettuali ed umane che prescindono la
fantapoli-tica bossiana. Siamo Italiani e continueremo ad esserlo.”
Osservazioni che trovano conferma con Paolo Can-ciani giornalista e
friulano impegnato, con moglie calabrese. “Per reazione, sono
convinto che una secessione della cosidetta padania, renderebbe an-cora
piu’ forte, viva e vi-brante la nostra italianita’. Noi
italiani all’estero sa-remmo ancora piu’ uniti. Tornando
al reale, credo che Bossi stia cercando di ricucire le difficolta’
che la Lega ha sopratutto in Lombardia; si tratta di una sparata politica
per rim-pattare una Lega ab-bastanza sfilacciata.”
Tony Porretta, laziale e consultore per la stessa Regione Lazio, direttore
di Patronato si sofferma sulla nostra Italianita’ “diversa,
molto sentita e viva. Cio’ ci rende, come collettivita’
ed italiani residenti all’estero, molto piu’ uniti di quanto
siano gli stessi italiani (nella madre patria).” Viviamo un’Italianita’
che esula e non e’ condizionata dalle dichiarazioni di un Bossi,
nota Perrotta. “La secessione? Un’idea ridi-cola.”
Una proposta che ci puo’ scioccare, “ma non potrebbe mai
definire i nostri rapporti quotidiani tra italiani residenti al-l’estero.”
Quindi, le no-stre diverse origini re-gionali sono, per noi, mo-tivo
d’arricchimento cul-turale e non di “sepa-razione”.
Gino Cucchi, commer-ciante, laziale dell’area di Sora, presidente
del Comites-Toronto, va su tutte le furie, “Ma e’ in-concepibile.
Come Italiani residenti all’estero do-vremmo dare una risposta
dura e forte a Bossi. Nell’apprezzamento della nostra storia e
della nostra cultura, noi siamo oggi piu’ italiani degli italiani
residenti nella madre pa-tria e questo orgoglio, que-sta consapevolezza
non sara’ offesa o lesa da si-mili minacce. Siamo italiani e basta.”
L’avvocato Mike Tibollo, di orgogliose origini pu-gliesi, presidente
nazio-nale del “Congresso”, parla di “proposta ver-gognosa”.
“La nostra italianita’, vis-suta, difesa e promossa nella
societa’ che ci ha ac-colto, esprime l’insieme e la totalita’
dell’Italia, esula da etichette come nord e sud; e’ unitaria,
sia nella cultura che nell’essenza. Come comunita’ italiana
non saremo mai “definiti” da vergognose manovre politiche;
siamo italiani per sempre, uniti da nord a sud.”
Gino Ripandelli, dirigente di Patronato, “con genitori del sud,
ma cresciuto a Genova” osserva che “la padania non esiste,
e’ un’entita’ virtuale in-ventata da Bossi. Mi sento
ligure ma sono italiano, con tutta la cultura, la storia, le tradizioni
che questa “condizione” com-porta. Abbiamo un amor di patria
che in Italia, forse, non riescono a sentire o capire. La nostra Italianita’
si esprime e vive in un patrimonio cul-turale e storico che nes-suna
secessione potrebbe mai sgretolare. Se, la provocazione di Bossi dovesse
assumere con-notazioni “serie”, allora credo che dovremmo
in-tervenire a far sentire an-che noi la nostra voce ita-liana, a difesa
del nostro Essere.”
Claudio Lizzola, milanese di nascita, membro del Consiglio Generale
degli Italiani all’Estero (Cgie), non ci vedrebbe diretta-mente
impegnati nel pro-cesso di secessione che, “potrebbe finire in
guerra civile. Questa del refe-rendum e’ una sparata di Bossi
per il suo pubblico per quei mille suoi so-stenitori, lo zoccolo duro
della Lega. La padania e’ una cavolata inventa da Bossi quindi
e’ anche dif-ficile darle una configu-razione. La nostra Italia-nita’
e’ unitaria ed inclu-siva dal sud al nord e pre-scinde specifici
interessi politici attivi in Italia. La nostra collettivita’ e’
sana e forte ed esprime un sen-so dell’Italia che non puo’essere
ridotto a con-fini.”