Lo Specchio

“SICUREZZA SUL LAVORO” PER LE IMPRENDITRICI
DEL SESSO: GOVERNI IN TRIBUNALE

Nessuno si sognerebbe di chiamarle "Bocca di Ro-sa"; anche perche', Terri-Jean Bedford, Valeire Scott ed Amy Lebovitch non hanno "sottratto l'os-so" a delle "comari del paese" ma hanno messo a soqquadro la morale pub-blica dell'intero paese, aprendo una grave falda nella diga del codice pena-le eretta contro quel fiume che e' la prostituzione e che ora rischia di sfondare la muraglia.
L'eroina immortalata da DeAndre' nella sua fa-mosa canzone ci "metteva l'amore”; le nostre tre lavoratrice del sesso vo-gliono invece solo poter vendere sesso senza correr rischi. Insomma, si tratta, a livello di battaglia le-gale, di una situazione di "sicurezza sul lavoro" per la professione piu' vecchia del mondo.
Ma, in gioco vi e' molto di piu.
Ecco perche' gli avvocati di Ottawa e Queen’s Park sono in questi giorni di-nanzi ai giudice della Corte d'Appello dell'Onta-rio per evitare che “la diga” crolli del tutto, con tutte le possibili gravi con-seguenze.
I legali dei due governi stanno chiedendo l'annul-lamento della decisione del giudice Susan Himel della Corte Superiore dell'Ontario che lo scorso settembre ha accolto l'istanza presentata dal Prof. Alan Young della Facolta' di Giurisprudenza della Osgoode Hall, per conto della Bedford, Scott e la Lebovitch, ed ha giu-dicato incostituzionali e quindi nulli i tre articoli del codice penale che vie-tano sfruttamento, favo-reggiamento e'induzione alla prostituzione poiche’ nella loro applicazione i tre articoli violano e met-tono a rischio la sicurezza personale delle persone che per professione ven-dono sesso. Infatti, mentre la prostituzione e' legale, tutte le attivita' connesse non lo sono. Secondo il giudice Himel la Carta dei Diritti garantisce a queste persone il diritto di poter lavorare senza il pericolo di essere aggredite, vio-lentate o uccise.
Al giudice della Corte di Appello gli avvocati della Corona hanno fatto pre-sente che i tre articoli non costringono nessuno a mettersi a rischio ma han-no il solo scopo di "proteg-gere le donne dalla prosti-tuzione stessa, dallo sfrut-tamento, dal degrado e dal favoreggiamento."
Questi articoli poi com-battono il "traffico uma-no", la creazione di case chiuse e l'abuso di donne e bambini.
Si puo' solo immaginare cosa avverebbe nel "mer-cato del sesso" con i gran-di interessi del crimine organizzato in questo settore, senza restrizioni penali.
L'istanza del Prof. Young trae spunto dall'articolo contro l'adescamento, approvato nel 1985; con la sua applicazione, le pro-stitute sono state costrette a lasciare i marciapiedi ed a lavorare da sole in luogi isolati mettendo a re-pentaglio la propria inco-lumita' personale.
Al momento pero’ la po-sizione dei governi e’ con-tradditoria.
Il presidente della Corte d'Appello, il giudice Da-vid Doherty ha chiesto ai legali della Corona perche' il governo mantiene la prostituzione legale e poi rende illegali tutte le attivita' che possono ren-dere questo lavoro meno pericoloso; sembra che il governo voglia eliminare la prostituzione renden-dola il piu' pericolosa possibile, spaventando via chi vuole praticarla, ha detto il giudice. Gli avvo-cati hanno risposto dicen-do che sono i “papponi” ed i clienti, e non il governo, a rendere rischiosa l’at-tivita’. Ma, tale risposta conferma la tesi del ri-schio del Prof. Young.
Il dibattimento dovrebbe concludersi nella giornata di oggi.

17 giugno 2011