Dibattito, Harper resiste
Layton avanza, Ignatieff frena
La roccaforte Harper ha tenuto.
Nel dibattito televisivo in inglese di questa cam-pagna elettorale,
il Primo Ministro Harper ha tenuto testa agli at-tacchi compatti dell’Op-posizione
che non e’ riuscita a mettere a segno importanti colpi critici
contro la gestione del paese da parte del governo di minoranza conservatore.
Incapacita’ che e’ stata fortemente sottolineata dalla “timida”
presa di posizione di Ignatieff sulle presunte spese “fuori dell’ordinario”
del governo in preparazione del G8 dell’estate scorsa, e quan-do
non ha saputo effi-cacemente controbattere alla dichiarazione di Har-per
che “ la maggioranza degli economisti impor-tanti sono favorevoli
ai tagli alle imposte delle grandi aziende.”
Nessuno dei quattro po-litici - Harper, Ignatieff, Layton e Duceppe-
ha ri-
schiato nulla, ne’ offrendo alcun spunto originale nel-l’elaborazione
del loro messaggio elettorale, che e’ rimasto sempre fedele agli
slogan ufficiali, ne’ nelle critiche e gli attacchi agli avversari.
Harper ha constantemente riportato la conversazione sulla ripresa economica
in atto, la stabilita’ della gui-da finanziaria offerta dal governo
a questa ripresa, rilanciando sempre il suo messaggio chiave: la ne-cessita’
di un governo di maggioranza per proteg-gere il rilancio economico ed
evitare che tra alcuni mesi “siamo di nuovo punto e capo, nel
mezzo di ulteriori nuove elezioni federali.”
Il leader liberale Ignatieff ha spinto invece il mes-saggio degli interventi
a favore della famiglia “in-vece che per i jet e le pri-gioni
che propone Har-per.”
E’ tornato spesso sull’ac-cusa del temperamento poco democratico
del go-verno Harper che evita risposte chiare in Parla-mento, e usa
procedure per bloccare critiche e con-trolli sulle sue iniziative finanziarie
e po-litiche. “Tu, ha detto Ignatieff ad Harper, sei un uomo che
cerca di distruggere tutto cio’ che non puo’ con-trollare
e manipolare.”
Layton ha mostrato invece tutta la sua esperienza politica riuscendo
spesso ad inserirsi negli scontri tra Ha-per ed Ignatieff, rivendicando
poi per l’Ndp la guida nelle poli-tiche sociali ed i pro-grammi
previdenziali, sul-le pensioni, la sanita’.
Nelle prime reazioni al di-batito Layton ha infatti ot-tenuto un indice
d’ap-provazione ben superiore a quello di Ignatieff: 29% delle
preferenze per il leader dell’Ndp contro il 21% per il leader
liberale. Harper ha sfruttato al me-glio il dibattito, ottenento il
35% delle preferenze. Duceppe, che rimane ed e’ interessato unicamente
al Quebec, e’ stato irrile-vante nella discussione sulle politiche
del paese. Spesso Ignatieff ha dato l’impressione di non saper
cambiar marcia in corsa, rimanendo bloccato su cio’ che stava
dicendo senza saper rispondere con una battuta secca ad un’improvvisa
osserva-zione degli altri. E cio’gli e’ costato caro quando
Layton lo ha colpito du-ramente, mettendo a nudo le continue assenze
del leader liberale dai lavori della Camera, “se vuoi essere promosso
a Primo Ministro, devi imparare prima ad essere membro attivo della
Camera,” ha detto Layton. “se un cana-dese non si presenta
al la-voro, non ottiene mai una promozione.” Ignatieff non ha
saputo rispondere a tono e con al sua battuta Layton ha anche ricordato
agli elettori che Ignatieff e’ tornato in Canada e che non e’
un canadese classi-co. L’unico spunto saliente di Ignatieff e’
stato forse quando ha ricordato ad Harper che forse “ non hai
la maggioranza perche’ non sei riuscito a meritare la fiducia
dei canadesi. E questo perche’ fonda-mentalmente, tu stesso non
hai fiducia dei cana-desi...”
Il dibattito e’ apparso, nel-l’insieme, abbastanza scontato.
Poteva e doveva essere la grande occasione per Ignatieff d’infiam-mare
la campagna eletto-rale liberale, non lo ha fatto e non vi e’
riuscito; potrebbe essere proprio questa l’indicazione deter-minante
del voto del 2 maggio prossimo.