TAGLIA… TAGLIA!
Dopo il via libera della Camera anche il Senato ha approvato
il provve-dimento “Milleproroghe” che prevede un taglio
del 50 per cento dei contributi 2009 per la stampa italiana all’estero.
Siamo contrari e, in particolare, per-che’ si tratta di un provvedimento
retroattivo che taglia fondi del 2009 che, prevedendone il pagamento,
possono gia’ essere stati anticipatamente “spesi”.
Ci auguriamo che passi quell’ordine del giorno pre-sentato dall’opposizione
in base al quale “il Governo s’impegna nel reperimento di
risorse aggiuntive“ per il 2009 cosi’da non aggiungere altre
difficolta’ alle tante che alcune pubblicazioni gia’hanno.
Allo stesso tempo le proteste, in questo caso sacrosante seguite all’approvazione
della “Mille proroghe” ci dan-no occasione di esprimere
la nostra opinione sui contributi italiani alla stampa all’estero
che, a parer nostro, dovrebbero essere di sostegno e non di mantenimento.
C’e’ una differenza sostanziale tra l’essere sostenuti
e l’essere mantenuti (magari a scapito della liberta’ di
opinione) e cosi’ sembra essere per certi e non tutti i quotidiani
italiani all’estero che ricevono contributi talmente sostanziosi
in milioni di euro che, in un calcolo approssimativo, coprono interamente
le spese probabilmente lasciando anche un margine di profitto al quale
poi si aggiungono le entrate dalla vendita delle copie, abbonamenti
e pubblicita’.
Nel 2007 il totale dei contributi del governo italiano ai quotidiani
italiani all’estero e’ stato di poco meno di 9 milioni di
euro.
Allo stesso tempo, in quel calderone di circa 150 testate per le quali
il totale dei contributi del governo italiano e’ di 2 milioni
di euro, ci sono anche i settimanali che per la loro periodicita’
hanno spese simili, seppur in parte ridotte, a quelle dei quotidiani
pero’ senza ri-cevere contributi in proporzione.
Ci auguriamo che nella prossima e promessa ri-forma dell’editoria
si prenda in esame non solo una diversa struttura della stampa italiana
all’estero cosi’ da eliminare quella sproporzionata differenza
di trattamento ma anche si pianifichi e in modo concreto il controllo
che quanto “si dice” corrisponda al vero. Sergio
Tagliavini