Lo Specchio

Ergastolo alla madre
che annego’ le 2 figliolette

Colpevole di du-plice omicidio pre-meditato. Questo il verdetto emesso dai giurati, lunedi’ dopo sei giorni di camera di consi-glio, nel processo a carico di Elaine Campione per aver annegato le fi-gliolette Sophia di 19 mesi e Serena di 3 anni, nella vasca da bagno di casa, la sera del 2 ottobre 2006, a Barrie.
Al processo la Difesa aveva sostenuto la tesi del-l’infermita’ mentale al momento del duplice omicidio, ammettendo che la donna aveva annegato le due figlie.
Il verdetto di colpevolezza comporta automaticamen-te una condanna all’erga-stolo con una detenzione minima di 25 anni prima di poter accedere alla richie-sta di liberta’ condiziona-ta. La donna, di 35 anni, ha ucciso le due bambine per-che’ temeva che queste venissero consegnate all’ex marito Leo Campione, nel corso di un’udienza del tribunale di famiglia che si sarebbe dovuta svolgere a Barrie, proprio il giorno seguente la tragedia. Dopo aver annegato le due bam-bine, la donna aveva fil-mato una serie di video nei quali accusava l’ex marito di abusi e varie altre colpe; gli chiedeva se era “con-tento ora che le bambine non c’erano piu’”. Solo due giorni dopo l’annegamen-to delle piccole, la donna chiamava la polizia dicen-do che aveva le due bam-bine “morte in casa”. Agli agenti intervenuti si pre-sento’ una macraba scena: le due piccole, una accanto all’altra sul letto della ma-dre, vestite a puntino, petti-nate che si tenevano per mano, morte.
Il difficile matrimonio di Leo ed Elanie si era rotto da tempo e la donna era riu-scita ad ottenere l’ affida-mento temporaneo delle bambine; ella accusava il marito di abusi ed aggres-sioni. La Cas, l’agenzia per la protezione dell’infanzia, e le varie autorita’ si erano schierate con la donna; im-putazioni erano state anche elevate a carico dell’uomo. L’ex marito comunque aveva sempre sostenuto la pericolosita’ mentale della donna ed a poco a poco era riuscito a riguadagnare una certa stima da parte delle autorita’ anche se gli era sempre e solo permesso vedere le bambine in tempi ed orari controllati, e mai da solo o a casa della sua famiglia a Woodbridge.
E’ stato quando la donna si e’ resa conto che molto probabilemte avrebbe per-so la custodia delle bam-bine che ha eseguito il fol-le gesto.
Tutte le imputazioni e pro-cedimenti a carico dell’ex marito sono state ritirate. Egli non e’ mai stato chia-mato a testimoniare nel corso del processo e non e’ mai stato presente in aula. E’ rimasto sempre nella sua disperazione per la morte delle bambine e d il fatto che le autorita’ non gli hanno dato retta.
Appare percio’ quanto meno bizzarro il com-mento del giudice Alfred Stong che dopo l’annuncio della giuria del verdetto di colpevolezza di Elaine, egli non abbia trovato parole per le piccole vittime del-l’azione premeditata ed eseguita coscentemente dalla madre ma abbia fatto invece indirettamente ri-ferimento all’ex marito, addossandogli delle non specificate colpe; “se la donna non fosse stata cosi’ maltrattata ... le due figlie potrebbero oggi ancora essere in vita.”
Maltrattata da chi? ci si deve chiedere.
Le accuse della donna al marito sono rimaste solo tali, senza alcun indizio o sostanza . Nel processo la Difesa ha parlato di “abusi” per portare avanti la tesi dell’infermita’ mentale ma, gli esperti chiamati a te-stimoniare si sono fonda-mentalmente annullati a vicenda, tra quelli della Difesa e della Corona.
Tutti sono stati d’accordo nel dire che la donna soffre di problemi psichici le cui origini non sono mai state definite. L’ex marito non e’ poi mai stato chiamato a testimoniare sul “rapporto” con la donna. Eppure il giudice, uscendo da tutte le prassi giuridiche del paese si e’ sentito in dovere di fare commenti dubbi sulle presunte responsabilita’ della societa’ e di terzi.
L’unico commento dell’ex marito, a cui un’ex moglie “vendicativa”, “furiosa” e “colma d’odio per la fami-glia di lui” ha tolto due piccole figliolette, ucci-dendole nella vasca da ba-gno, e’ stato, “almeno adesso e’ in galera e non potra’ fare del male a nessun altro...”
In una dichiarazione letta in tribunale dal suo avvo-cato Leo Campione dice che avra’ sempre nel cuore l’ultima immagine delle figlie, Serena e Sophia , che sara’ sempre con lui “fino a quando, un giorno, saremo ancora insieme...”
Campione ha detto di non aver assistito alle udienze in tribunale perche’ im-possibile per lui avere dinnanzi agli occhi la donna che aveva ucciso le figlie.
I genitori di Leo, Diego e Anna Campione hanno detto che, a quattro anni dalla tragedia, la loro vita e’ per sempre rovinata.

19 novembre 2010