Lo Specchio

Medicine, e’ guerra McGuinty-farmacie

Minimo minimo non ci stanno facendo bella fi-gura ma, qui si tratta di difendere entrate tra i $750 milioni ed il miliardo e, a quanto pare, le grandi catene di farmacie del-l’Ontario hanno deciso che per proteggere queste entrate ed i loro profitti, le relazioni pubbliche posso-no anche andare a farsi benedire.
Solo cosi’ si spiega la de-cisone, alquanto puerile, della Shoppers’ Drug Mart di ridurre, almeno di un’ora, a partire dallo scorso lunedi, gli orari di aperture dei suoi sette negozi a London, proprio nell’area della circoscri-zione rappresentata a Queen’s Park dal ministro provinciale della Sanita’ Deb Matthews . Inoltre, ha introdotto una tariffa per le consegne a domicilio che non saranno piu’ gratuite.
La seconda piu’ grande catena di farmacie, dopo la Shoppers, la Rexhall ha seguito l’esempio a ruota e martedi ha annunciato che le consegne a casa si pa-gheranno, che non vi saranno nuove assunzioni, e che i programmi di prati-cantato per gli studenti di farmacologia sono so-spesi.
Tutto questo, ha spiegato l’amministratore delegato della Rexhall, Andy Gian-camilli “perche’ gli imminenti tagli imposti dal governo McGuinty ai servizi sanitari, ci costrin-gono a riesaminare il no-stro modello di gestione commerciale onde proteg-gere le capacita’ di pro-gresso e salute finanziaria della nostra azienda, nel-l’ambito dei quartieri e comunita’ nelle quali operiamo.”
Ma che sono questi tagli che il governo McGuinty vuole imporre? E perche’? Il governo vuole inter-venire sui prezzi dei medicinali cosidetti “ge-nerici”. Questi sono far-maci che, scaduti i termini di protezione della pro-prieta’ del prodotto, pos-sono ora essere copiati e prodotti dalle compagnie farmaceutiche che non li avevano originalmente sviluppati. Spesso, quando il dottore ci prescrive un farmaco, il farmacista invece di darci quello originale “di marca”, lo sostituisce con la “copia generica”: e’ lo stesso far-maco ma non paghiamo per il nome e la marca.
Il governo McGuinty ha comunque stabilito che questi medicinali “no name” costano lo stesso troppo: tra l’80 ed il 50% in piu’ di quello che do-vrebbero.
Per ridurre, il costo, di almeno il 50%, il mini-stero della Sanita’ sta introducendo normative che vieteranno alle com-pagnie farmaceutiche che producono questi medici-nali di pagare $750 mi-lioni l’anno alle farmacie per “vendere questi loro prodotti”.
Diciamo che in qualsiasi altro settore, tale paga-mento sarebbe visto come un “kick-back”, insomma “una tangente”.
Solo che nel settore far-maceutico dell’Ontario e’ legale: promuove la ven-dita di questi medicinali, che costano meno degli originali, ed e’ interpretato come un versamento per i servizi d’informazione, di consultazione, di assisten-za ai clienti da parte dei farmacisti. Ed e’ questo il punto che le farmacie fan-no presente: senza queste entrate, sono si possono continuare a mantenere ed espandere i servizi ai clienti.
I ridotti livelli di profit-tibilita’ delle farmacie pre-cluderebbe servizi gratis o informativi per i clienti.
Il ministro della Sanita’ Matthews ha offerto di aumentare gli stanzia-menti alle farmacie per servizi ai clienti, dagli attuali $100 milioni, poiche’ in effetti, questo ruolo “assistenziale e di-dattico” dei farmacisti fa-cilita il lavoro dei sanitari, dei Pronto Soccorso, degli specialisti. Ma, le far-macie hanno risposto che l’offerta di Queen’s Park e’ troppo bassa.
Il premier McGuinty ha fatto allora sapere che le sue responsabilita’ sono verso i cittadini che pa-gano prezzi troppo alti per i medicinali e non le far-macie che considerano i loro profitti troppo bassi.

16 aprile 2010