Lo Specchio

Pensioni Inps,
un siluro contro il “condono”

Colpo di scena inaspettato nella lunga disputa tra Inps e pensionati italiani al-l’estero sulla richiesta del-l’ente della restituzione degli “indebiti pensioni-stici”; cioe’, nel nostro caso specifico, quelle somme pagate dall’Inps in eccesso, come “prestazioni non do-vute” in base al reddito del pensionato.
Proprio mentre la Commis-sione Lavoro della Camera sta esaminando il disegno di legge presentato dal-l’On. Gino Bucchino e sot-toscritto da deputati del governo e dell’Opposi-zione, per una sanatoria degli indebiti,contratti sen-za colpa alcuna dai pen-sionati residenti all’estero, un gruppo di Patronati italiani si e’ schierato con l’Inps, bocciando l’idea del condono, sostenendo inve-ce che “se qualche pen-sionato ha percepito presta-zioni non dovute, e’ giusto che restituisca quanto in-debitamente percepito”.
La presa di posizione - riporta in un comunicato , l’on. Gio Bucchino- ar-riva dalla Ce.Pa nazionale, ovvero il Centro Patronati Acli-Inas-Inca-Ital, che ha inviato in tal senso una let-tera ai dicasteri del Lavoro e degli Esteri nonche’ alle varie commissioni parla-mentari interessate al pro-blema, ed ai deputati che lo stanno discutendo. Questi Patronati quindi, come af-fermano nella lettera sono pronti a “rinnovare la pro-pria disponibilita’ a co-operare con l’Inps” poiche’ “non si tratta di studiare ipotesi di condono” ma di “favorire il rispetto della legge senza che cio’ ap-paia un’operazione puni-tiva.”
Rimane da vedere come tale recupero di “presta-zioni indebite” non sia pu-nitivo quando colpisce pe-nsionati, spesso anche di modeste capacita’ econo-miche, che non hanno colpa dell’indebitamento causato unicamente dal fatto che l’Inps, forse per difetti interni, mancanza di risorse o altro, non adempie alla sua responsabilita’ nor-mativa di procedere an-nualmente “l’accertamento reddituale” ” del pensio-nato.
Questi accertamenti, trami-te l’invio del cosidetto “bu-stone” da parte dell’Inps avvengono ora con un arre-trato di fino a tre anni.
Nel 2009, l’Inps ha chiesto ai pensionati, la loro di-chiarazione del reddito per il 2006, 2007 e 2008. E quest’anno sta procedendo al recupero delle “pre-stazioni non dovute”, in base a queste dichiarazioni. A quanto risulta, in base alla lettera inviata ai po-litici dalla Ce.Pa in Italia, i Patronati Acli, Inca, Inas ed Ital stanno consigliando ai loro assistiti di restituire la somma ricevuta in accesso alla spettanza in base ai loro redditi annuali.
Non tutti i Patronati ope-ranti nella Gta, stanno se-guendo pero’ tale politica; alcuni stanno invece in-viando ricorsi per tutti i loro assisti colpiti dal prov-vedimento.
Con il ricorso, si ha poi tempo due anni per citare in tribunale l’Inps. Questo comunque non ferma la procedura di restituzione dell’indebito. Procedura che con la Finanziaria del 2010 del governo italiano assume ancora piu’ forza poiche l’Inps o l’Equitalia, l’ente responsabile della ri-scossione nazionale dei tri-buti (una specie di Colle-ction Agency), di pro-prieta’ dell’Agenzia delle Entrate (51%) e della stessa Inps (49%), possono pro-cedere ad un blocco delle proprieta’ in Italia del pensionato, fin quando l’indebito non sia stato saldato.
Da rilevare che la Corte Costituzionale ha gia’ dato torto all’Inps su questo spinoso problema ma cio’ non ha fermato l’ente pensionistico dal procedere con le richieste. Richieste che, ci risulta vanno da pochi Euro a somme di oltre 20mila Euro.
I pensionati Inps in Canada sono circa 60mila e, si calcola che oltre 10mila almeno siano stati colpiti dal provvedimento.
Il numero potrebbe co-munque essere molto piu’ alto.
Ci si chiede anche: quanti pensionati, con “indebiti” minimi ed anche di qualche centinaio di Euro, decide-ranno di far ricorso ad un legale, con tutte le spese del caso, per contestare la richiesta dell’Inps?
Al centro della disputa vi e’ anche l’interpretazione del-la Legge 88 del 9 marzo 1989 che al comma 2 del-l’articolo 52 indica chiara-mente che qualora “siano state riscosse rate di pen-sione risultanti non dovute, non si fa luogo a recupero delle somme ...salvo che l’indebita percezione sia dovuta a dolo...”
A Roma, l’On. Bucchino ha risposto duramente alla presa di posizione della Ce.Pa, invitando l’organi-smo ad un “doveroso e ne-cessario chiarimento pub-blico” poiche’ con la “sua forte rappresentativita’” rischia di “sminuire o va-nificare” tutti gli sforzi fin ora fatti per portare avanti una sanatoria di questi in-debiti. r.c.
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Sul prossimo numero:
“PENSIONATI TRADITI”
Il parere di operatori
del settore locale

 

10 dicembre 2010