Vedi il Messico e poi...muori
Un uomo armato ha ucciso almeno5 persone e ferito altre
quindici facendo irru-zione in un club a Playa del Carmen, località
tu-ristica messicana sul-l'oceano Atlantico.
Vittime della sparatoria anche un canadese ed un italiano .
Le autorità messicane escludono il terrorismo per la sparatoria
nella discoteca di Playa del Carmen, scartata anche la pista di un regolamento
di conti tra criminali, le ipotesi ( da verificare) sono comunque incon-cepibili
per giustificare l’ennesimo atto di violenza in luoghi che si
presuppone debbano essere tutelati in quanto a sicurezza,
Cristina Torres, sindaco della località, ha detto alla stampa
che la polizia ha fermato quattro persone nelle ore seguenti alla sparatoria.
Torres ha sottolineato che una delle ipotesi esaminata dai responsabili
dell'inchiesta è che si sia trattato di un cliente del Blue Parrot
che ha sparato nel locale dopo essersi rifiutato di pagare il conto;
poi invece si e’ appurato che la causa e’ legata al narcotraffico.
"Qualcuno è entrato nel club a Playa del Carmen e ha cominciato
a sparare, 4-5 morti e molti feriti. Restate nei vostri fottuti alberghi
se siete qui per il Bpm", ha scritto su Twitter il DJ scozzese
Jackmaster, che partecipava alla serata di chiusura del festival nel
locale Blue Parrot.
Questa la cronaca, scarna, dell’ennesimo fatto di sangue che traforma
il paradiso turistico in un inferno, dove, scorre san-gue di turisti.
Meta preferita da quasi due milioni di canadesi ogni anno, il Messico
e’ purtroppo sinonimo di fatti scelerati come quello avvenuto
all’inizio di questa settimana.
La violenza, quella che e’ accomunata al traffico di stupefacenti,
la guerra dei cartelli del narcotraffico, ma anche alla delin-quenza
comune, ai disagi di un paese dove la parte buona e’ prevaricata
da quella del marciume , non risparmia chi sceglie di andarci a trascorrere
qual-che settimana, nella spe-ranza, tra cielo, mare, ed allegria di
fare una vacanza di sogno...
Purtroppo, sotto quel cielo, e ai margini di quel mare, tante vite perse
in tragiche circostanze.
Senza motivo, senza colpe, per caso.
Di morti violente o “ so-spette” di turisti canadesi, ne
abbiamo contate tante, troppe- alcune anche di italocanadesi- rimasti
vittime negli anni passati, quando le statistiche ufficiali le contavano.
Ricordiamo, ad esempio quegli anni “ neri”, che vanno dal
2006 al 2010, quando i turisti canadesi morti in varie circostanze furono
112, e di questi almeno 15 uccisi, anche in maniera atroce, come nel
caso dei coniugi Ianiero di Woodbridge: il loro viag-gio di sogno in
Messico doveva essere un tripudio di felicita’, perche’
in quel paradiso si celebravano le nozze della loro figlia. Un sogno,
finito il 20 febbraio del 2006, in una stanza di un lussuoso albergo,
dove i loro corpi furono ri-trovati senza vita , vittime di un efferato
assassinio, il cui colpevole sarebbe stato un addetto alla si-curezza
del resort che li ospitava.
Una brutta storia, insab-biata da indagini svolte con dubbia ‘competenza’,
che forse tendevano non a fare giustizia e punire i colpevoli, ma piuttosto
salvaguardare la reputa-zione di un paese che deve poter contare sul
flusso turistico .
Un epilogo e supposizioni che possono essere acco-munate anche alla
tragica fine di un giovane italo-canadese, sempre di Woodbridge, il
cui volto e’ rimato impresso nella mente di tanti, che ancora
si chiedono, come e’ pos-sibile, morire a 19 anni, fuori di una
discoteca di Acapulco. Le autorita’ messicane dissero che quell’
8 gennaio del 2007 il giovane fu falciato da una vettura poi fuggita
via. Un incidente ?
I compagni di viaggio e di vacanza di Adam De Prisco dissero che era
stato picchiato e poi buttato fuori dal locale, per aver ballato o voler
ballare con una messicana.
Morti assurde, che non dovevano succedere.
E oggi, l’assurdo si ripete: circostanze, luoghi, tempi, dinamiche
diverse, ma sempre troppo uguali.
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