Lo Specchio

Sono dottore!

A Benigni laurea ad honorem dalla Universita’ di Toronto

Fenomenale, piu’ di sempre, Roberto Benigni che, insieme alla moglie Nicoletta Braschi, ha ricevuto dall’ateneo torontino la Laurea Ad Honorem.
Tra battute brillanti ed elogi per la poesia e la lingua di Dante, la sala della Convocation Hall, gremita da rappresentanti del mondo accademico e personalita’ della comunita’ italiana in Canada, vibra di emozioni e risuona di applausi.


 

 


La sala della convocation Hall dell'Universita’ di Toronto e' gremita di gente. L'emozione degli studenti si mescola alla trepidazione per l'arrivo degli ospiti d'onore: Roberto Benigni e Nicoletta Braschi.
La cerimonia inizia con la tradizionale sfilata dei membri dell'universita' e degli studenti nella classica toga academica.
Nel corteo solenne, ad un tratto appare, con aria leg-germente smarrita, Ro-berto Benigni seguito dalla candida figura di Nicolletta Braschi.
Il Professor Lettieri presenta Nicoletta Braschi, che nel suo intervento, ha salutato, oltre ai presenti, anche Umberto Eco.
Visibilmente commossa, ha ringraziato per quel-l'inaspettato tributo .
E’ poi il momento di Benigni. Sale sul palco e saluta con un fragoroso: Thank you so much, my friend." una semplice frase
che cambia, il corso della cerimonia.
Lo scossone Benigni con-tinua instancabile e a raf-fica ,con una serie di frasi in inglese, coperte con-tinuamente dallo scroscio degli applausi. Il pub-blico riconosce il Benigni di sempre. "Mi sembra un
matrimonio," dice ancora in inglese, riferendosi ai cerimoniali della con-segna delle lauree.
"Abbiamo firmato, abbiamo detto si. Ci siamo sposati di nuovo," aggiunge, guardando la mo-glie Nicoletta, e possiamo
fare il viaggio di nozze a Niagara Falls."
Le sue battute brillanti escono a fiumi e inondano la sala convegni dell'Uni-versita' di Toronto.
"E' una di quelle occasioni nelle quali vorrei essere un cane - un piccolo cane, ha detto ancora Benigni, per poter scodinzolare e
mostrarvi quanto sono felice, e leccarvi tutti."
Il pubblico e' in visibilio.
Il suo umorismo stra-borda: "Sono dottore" continua - allargando le braccia in senso di esu-ltazione. E giu' , applausi scroscianti.
Benigni ricorda i letterati, i filosofi, i pensatori, che cita insieme ai loro afori-smi. Elogia il dipartimento di italiano dell'univer-sita', gli organizzatori, gli studenti che come lui hanno ricevuto la laurea. "Sono felice come un co-comero , dice, e vorrei ringraziare tutti, anche le sedie , i mobili, i tavoli, le mura."
Diventato piu' serio, ha quindi parlato dell'im-portanza della lingua e delle parole. "Cercate di trattate i vostri vocabolari come il vostro conto in ban-ca", sentenzia ad un certo punto.
E poi, belle parole per la poesia, vista come colei che puo' salvare l'uma-nita' dalla violenza: "I sentimenti, i pensieri profondi, le percezioni, se restando innominati scaturiscono in un'esplo-sione di violenza . Per-cio', per favore leggete le poesie, e i dizionari ogni
giorno. Costa meno di una visita dallo psicanalista. "
Le ultime battute del "piccolo diavolo" portano alle stelle l'entusiasmo in sala, soprattutto quando, con aria di sfida lancia il suo messaggio piu' im-portante: "Siate felici, gio-iosi e sognate, ma sappiate che per far si che i sogni diventino reali, occorre svegliarsi. E innamora-tevi..se non vi innamorate tutto muore, Alla fine della
nostra esistenza saremo giudicati in base al-l'amore"
Siamo quasi alla con-clusione del suo inter-vento e Benigni non da tregua. Costringe lo spet-tatore a un'altalena di sentimenti che sembrano toccare note meste e com-moventi per poi risalire i decibel dell'ilarita' e della distensione scenica.
"Cercate la felicita' con-tinuamente.chi mi ascolta ha l'obbligo di cercare la felicita'.Cercatela nei cassetti, negli armadi..."
Dedicate proprio all'amo-re e a Dante le ultime battute di Roberto, con un sonetto che definisce scandalosamente bello.
Quindi, una breve pausa e lo spettatore capisce che il gioco del teatro sta per fi-nire e che non si ride piu': Cambia il registro della sua esposizione e diventa serio lui stesso nel salutare la platea con il sonetto dal XXVI capitolo della Vita Nova di Dante in-titolato "Tanto gentile e tanto onesta pare".
E cala il sipario canadese sul fenomeno Roberto Benigni.



5 giugno 2015