Lo Specchio

ultimo atto...

Il peggio e’ arrivato.. e se la comunita’ non si muove, non si fermera’ certo qui!
Giovedi’ 7 maggio 2015 e’ la data di morte d el noti-ziario in lingua italiana di OMNI News, uno dei pochi ed importanti strumenti ‘voce e volto’ della comunita’ di lingua italiana in Canada.
‘Voce e volto’ che, attraverso quelli di Vincenzo Somma, Dino Cavalluzzo, Giorgio Mitolo, Laura D’Aprile (ed i tantissimi prima di loro) con i fatti che riportavano, le storie che raccontavano, danno fisio-nomia concreta e reale di una identita’ culturale che puo’ continuare ad esistere anche- o forse soprattutto- grazie all’informazione e comunicazione mediatica nella nostra ottica e attraverso la nostra lingua.
Dopo oltre tre de-cadi, l’ultimo ap-puntamento con Omni News e’ stato mercoledi’ 6 maggio; dalla sera alla mattina e’ stato cancellato, insieme ad altri tre notiziari in lingua diversa da quelle ufficiali di questo paese (mandarin, cantonese e punjabi).
Un taglio netto della mannaia finanziaria di uno dei colossi della radiotelecomunicazioni del Canada, la Rogers.
"The math didn't work" questa la giustificazione per voce di Colette Watson, vice-president of television and operations alla Rogers.E i conti, quelli delle en-trate a sostegno della pro-grammazione non regge-vano, lo dicevano da tem-po .
Una decisione matematica che avrebbe costretto a ri-tocchi di palinsesto anche in altri settori- quelli di programmi d lingua in-glese come Breakfast Television ad Edmonton- e lasciato senza lavoro 110 persone.
Nel riassetto del gigante Rogers, mentre i notiziari cantonesi, mandarino e punjabi saranno sostituiti con programmi di appro-fondimento di fatti comu-nitari, per l’italiano non ci sara’ alternativa simile.
Cio’ vuol dire che “i no-stri” dovranno consolarsi con la fiction... quella di
“Raccontami” (il pro-gramma ora in onda al posto del defunto noti-ziario in lingua italiana”)e i nostalgici spaccati di un’Italia della rinascita nei mitici anni Sessanta...
A fatto compiuto si e’ alzato, ovviamente, il pol-verone di proteste, a dir vero poche, troppo poche e molte sollecitate dai me-dia come i nostri.
Spontaneo ed immediato il disappunto della gente comune, quei tanti se non tantissimi privati di un servizio importante che si chiedono e ci chiedono : “ma come puo’ succedere una cosa simile? Come si e’ potuto arrivare a tanto?, Come possiamo fare per cambiare questa situa-zione?”
Domande lecite a cui ogni elemento che costituisce la “comunita” deve dare una risposta.
Ed e’ cio’ che, su iniziativa del console generale d’Ita-lia a Toronto si sta cer-cando di fare (mentre stiamo andando in stampa e’ in corso una riunione al Columbus Centre).
L’agonia che ha portato ai tagli di programmi in lin-gua italiana e’ stata lun-ga...
Nell’edizione del 5 luglio del 2013 il nostro Editore Tagliavini nel suo “Dito nell’occhio” scriveva: “Mobilitiamoci e non solo noi italocanadesi, ma cinesi, portoghesi, po-lacchi, indiani, spagnoli, e tutti gli altri, per opporci alla cancellazione e ridu-zione dei programmi ( sa-ra’ ancora peggio da set-tembre?) televisivi della Omni, da anni voce e te-stimone dell’identita’ mul-tietnica del Paese”.
La minaccia era reale gia’ da allora...
Un allarme che fece mo-bilitare il Congresso Na-zionale degli Italocana-desi, con primo firma-tario l’allora presidente Michael Tibollo, che in-tervenne con una protesta diretta alla CRTC, l’auto-rita’ suprema che regola il settore delle radio tele-comunicazioni in Canada, invocando sezioni della legge sulle trasmissioni che” non solo eviden-ziano la salvaguardia ed arricchimento dei tessuti culturali della societa’ di questo Paese, ma incorag-giano lo sviluppo ed il potenziamento della cul-tura “ multiculturale” dei canadesi.”
Un intervento purtroppo caduto nel vuoto, non per-che’ privo di incisivita’, ma forse perche’ non cor-roborato da una voce forte, quella di ogni settore della comunita’, dal singolo individuo, alle istituzioni , tutte! incluse le leve politiche e della business community italiana ed italocanadese che, rin-graziando il cielo e’ viva e prospera, ma purtroppo molto poco presente in talune occasioni...
Se e’ vero che e’ sbagliato “ delegare” i soliti notabili ad agire e trovare solu-zioni concrete, e’ ora’ op-portuno che tutti, ma pro-prio tutti, noi che scri-viamo e voi che leggete, facciamo fronte unico, partendo pero’ da conside-razioni profonde ed am-plie.
E’ necessario infatti chie-derci se l’entita’ culturale che ci accomuna e’ abba-stanza per definire in mo-do tangibile, reale, inci-sivo, la “comunita’” in termini di forza, di unico corpo, di peso specifico.
Le varie facce della realta’ itaiana ed italocanadese costituiscono quella punta di diamante robusta, com-patta ed iscindibile ne-cessaria per l’incisivita’ dovuta in situazioni che tutelino e salvaguardino il nostro profilo culturale?
O siamo solo tante facce di un prisma che vive e riflette luce diversa, in-capace di direzionare la grande energia che rac-chiude in quella che, a seconda delle circostanze, deve essere un’unica dire-zione?
C’e’ chi, riferendosi anche a quest’ultima grave am-putazione della nostra fi-sionomia culturale, parla di “assedio” nei condronti della comunita’: sara’... Ma il cerchio che ci sof-foca sempre di piu’, e’ stretto solo dagli “altri”...?
Tozzi

15 maggio 2015