omni news italian: qualcosa si
muove
Sono trascorse poco piu’ di due settimane dalla chiusura dei notiziari
in lingua italiana della OMNI, che ha cosi’ messo a tacere una
voce impor-tante dell’informazione e della comunita’.
Una brusca interruzione a cui ha fatto subito eco la protesta, privata,
della
gente comune ed inne-scato poi una azione con-giunta di quegli enti
ed istituzioni che, per diversi aspetti e connotazioni , rappresentano
ufficial-mente la grande collet-tivita’ di origine italiana della
Greater Toronto e dell’Ontario.
Dopo una riunione alColumbus Centre - solle-citata dal console ge-nerale
d’Italia a Toronto, Giuseppe Pastorelli- si e’ costituito
un comitato ad hoc che si occupera’ della “questione Omni
News Italian”.
Fulcro di un’azione collet-tiva - il comitato sta met-tendo, tra
l’altro, a puntoun documento di protesta ufficiale che sara’
presen-tato all’ente che regola il settore delle ra-dioteleco-municazioni
in Canada (la CRTC), una richiesta d’intervento sottoscritta in
primis dalle istituzioni ed organi rappresentativi, da leaders nei diversi
settori del tessuto sociale e finan-ziario della realta’ di origine
italiana, e comple-mento all’azione comune di tutte le altre comunita’
che hanno subito lo stesso “trattamento” di quella italiana.
La forza che dovra’ con-vincere la CRTC ad intervenire dovra’
essere sostanziata da una peti-zione che porti la firma della comunita’,
cioe’ di tutti coloro a cui sta a cuore il futuro della pro-grammazione.
E la comunita’, siamo certi quella firma la mettera’, lo
ha fatto nelle occasioni che contano, non ultima quella petizione che
dieci anni fa, forte di centomila firmatari, fece arrivare in Canada
Rai International.
Una petizione online e’ gia attiva - su iniziativa del Comites-
ma l’impegno e lo sforzo deve essere di tutti e nei modi piu’
acces-sibili e capillari (che saranno presto delineati e ai quali concorrera’
anche il nostro giornale).
In questi giorni si e’ mosso anche qualcosaltro, con novita’
che aprono spiragli che dovrebbero incoraggiare a continuare sulla strada
per ovviare al maltolto.
Tra le voci della protesta anche quelle di alcuni po-litici di origine
italiana.
Dal deputato liberale Lau-ra Albanese, che ha espresso il suo disappunto
dai banchi di Queen’s Park, alla lettera del ministro Fantino-
depu-tato del governo federale conservatore per il di-stretto di Vaughan
- in-dirizzata direttamente ai vertici della Rogers
(gigante delle telecomu-nicazioni gestore della licenza della stazione
multiculturale OMNI.
Fantino, tra l’altro chie-deva alla Rogers di fare marcia indietro
e “reconsider this decision, and reinstate Italian-language news
and current
affairs television pro-gramming on OMNI.”
Pronta la risposta da parte della Rogers che a firma della VP, TV &
Opera-tions, Colette Watson ha assicurato che anche in lingua italiana
sara’ realizzato un programma sostituivo (come inizial-mente,
a chiusura effet-tuata, avevano predispo-sto per programmi in lin-gue
quali il cantonese, mandarin e punjabi) .
“A partire dall’autunno - scrive a Fantino la porta-voce
della Rogers- sara’ mandata in onda una serie di programmi di
30 minuti in lingua italiana i cui contenuti vertiranno sui contributi
della prima e seconda generazione di italocanadesi.”
Affermando che i cam-biamenti apportati alla programmazione sono dettati
da una trasforma-zione evolutiva mirata anche ad una utenza piu’
giovane , la Watson scrive “ We truly believe this new approach
will resonate with a broader range of viewers which we hope will grow
OMNI's audien-ces and stabilize its fi-nancial situation. “
Una traccia, quella indi-cata dalla nuova direzione della OMNI, che
dovra’ far riflettere ed agire: la forza, le azioni e proposte
che noi come comunita’ saremo in grado di di-mostrare potrebbero
aprire uno sbocco piu’ ampio in quello che sembrava solo un vicolo
cieco.