GHOMESHI INNOCENTE: TANTO RUMORE
PER NULLA
Le mille sfumature di grigio del processo contro Jian
Ghomeshi, da subito hanno dato segni di una fine prevedibile, fra colpi
di scena e rivelazioni pic-canti, fino alla graffiante difesa dell’avvocato
Ma-rie Henein che in aula ha avuto i suoi momenti di gloria ma “condannata”
da parte dell’opinione pub-blica per aver “ tradito le donne”
difendendo la star del firmamento media-tico.
I riflettori dell’opinione pubblica, puntati sul caso giudiziario
del 49 enne ex speaker della CBC, si sono spenti il 24 marzo con la
non colpevolezza dell’im-putato.
Un esito, come detto pre-visto, gia’ da quando si sono alternate
le deposi-zioni delle donne con le quali Ghomeshi avrebbe fatto sesso
violento, che ingigantivano il divario fra cio’ che veniva descritto
come violenza da cio’ che invece si trasformava in incontri erotici
hard, vo-luti e ripetuti, ed i pugni in testa, le tirate violente di
capelli di Ghomeshi si trasformavano in piccanti giochi erotici in cui
le presunte vittime potevano apparire “consensienti”.
Testimonianze imprecise, contraddittorie, omissioni, da parte delle
“vittime” hanno ribaltato l’esito che l’opinione
pubblica si aspettava e reclamava.
Ma la giustizia che non ammette dubbi o ombre e’ stata applicata.
Ed il giu-dice ha dovuto scagionare Gomeshi, che dovra’ co-munque
sedere di nuovo sul banco d’imputato nel prossimo processo a giu-gno.
Il verdetto del giudice di non colpevolezza ha indi-gnato il popolo
delle fem-ministe e non solo, che hanno protestato per le vie di Toronto,
domenica di Pasqua, con cartelli in difesa della credibilita’
delle donne che hanno accusato Jian Ghomeshi. Il grido corale si allarga
ad altre citta’ del Canada, mentre un sondaggio con-dotto da Mainstreet
Research e Postmedia, pubblicato sabato 26 marzo rivela che il 57% del
popolo femminile di Toronto disapprova disap-prova il verdetto che assolve
Ghomeshi.
Al di la di tutto, il processo a Ghomeshi ha ristabilito, purtroppo,
vecchi stereo-tipi duri a morire per i quali a perdere e’ ancora
l’universo femminile, quello che accetta le avance di un uomo
e percio’ ne subisce tutte le conseguenze. Ancor peggio, riafferma
una dura legge di ambiguita’ fra cio’ che si definisce rap-porto
sessuale consen-ziente e la violenza ses-suale vera e propria: un tabu’
che ancora la so-cieta’ non riesce a scindere, pronta a col-pevolizzare
la donna se-duttrice e a perdonare l’uomo che osa, prevarica,
abusa.
A riprova di cio’ anche un sondaggio di Statistic Canada del 2011
che evidenzio’ un dato se-condo cui solo il 42% di processi per
aggressione sessuale hanno avuto un verdetto di colpevolezza nei riguardi
dell’aggres-sore, mentre nella mag-gioranza dei casi e’
stato difficile alla vittima so-stenere la tesi della vio-lenza subita.
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