Lo Specchio

Di chi e’ il ‘diritto di morire’?

Di risposte ce ne dovrebbero essere ... miliardi, tanti quanti sono coloro ancora in vita mentre la tastiera batte il punto alla fine di questa nota.Il diritto alla vita non e’ nella liberta’ del nostro “volere sociale” , ma quello di porre fine ad una esistenza che e’ solo nostra dovrebbe poter essere un diritto esclu-sivamente nostro.
Senza interferenze di politica, religione, senza influsso di dettame sociale impastato di moralismi ad hoc ma certo con la responsabile consapevolezza del peso che l’atto finale ha nella nostra coscienza.
Il principio che la vita va salvata a tutti costi era, fino a poco fa, piu’ che radicato in chi scrive: una necessita’ dettata, non da una religione- vissuta piu’ che profes-sata- ma dalla convinzione di un obbligo, con radici spontanee e carnali nell’amore e rispetto per la vita e la sua sacralita, nella compassione e la necessita’ di fare ad ogni costo qualcosa per alleviare se non porre fine alla sofferenza.
Poi il confronto, vero, tangibile, brutale con chi e’ oggetto e soggetto della sofferenza.
Vivendo, da testimone, l’angosciosa e a tratti “inumana” sofferenza di due persone estremamente vicine - una accompagnata attimo per attimo alla fine dolorosa della sua strada e l’altra che da tempo “desidera” di poter chiudere il suo capitolo terreno (fatto di lotta determi-nata e caparbia ad un male che l’accompagna da anni, debilitandola nel corpo, nella mente, nell’anima) - ho capito che cio’ che probabilmente conta “ di piu’” , e’ solo il rispetto per chi vuole poter spirare dignito-samente.
Da loro, ho capito che decidere di andarsene e’ un atto d’amore, ragionato, dibattuto, che trascende la morale spicciola, regola le emozioni, quelle proprie di chi ha il coraggio di affrontare la fine di tutto cio’ che siamo e siamo stati, e quelle di coloro che fanno parte della nostra vita ma anche della nostra morte.
Ho capito che nessun codice puo’ valere quanto il diritto esclusivamente nostro di determinare come andarcene e
che la dignita’ e’ la cosa piu’ importante di quell’ultimo respiro che ognuno di noi deve dare...
Non siamo immortali, ne’ tantomeno cristi... Scegliere , scientemente, la “qualita’ del nostro attimo estremo e’ una liberta’, almeno quella, che dovrebbe esserci ac-cordata, e rispettata. Tozzi

 


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11 marzo 2016