il "contratto' d'omerta'
“Regola della malavita organizzata e consuetudine
culturale dei luoghi da essa dominati, che obbligano al silenzio sull'autore
di un delitto e sulle circostanze di esso.”
E’ questa la definizione da dizionario di “omerta’
“ed il significato piu’ comune che si attribuisce al silenzio,
quello che cala ed ostacola la ricerca e la punizione del colpevole.
Immediatamente, per associazione d’idee, si pensa a gangster di
malaffare, con il volto in ombra di un Padrino di buona, ma sempre attuale,
me-moria.
L’assioma spunta anche in questi giorni spulciando le cro-nache,
non della nera ma , in primo luogo, quelle dell’alta finanza con
manovre dei su-pericchi agevolati da segreti bancari e complicati schemi
di raggiro fiscale che sboccano in miliardi e miliardi nascosti in paradisi
fiscali che, come il segreto di pulcinella, tutti ben conoscono,e dove
continuano indisturbate ad ingrassare le gia’ pingue fortune dei
furbi, grazie ad una privacy- piu’ o meno lecita- che potrebbe
benissimo essere per defi-nizione un silenzio omertoso. E lo conferma
l’altra voce del dizionario che spiega cos’e’ l’omerta’:
“Solidarietà interessata fra membri di uno stesso gruppo
o ceto sociale che coprono le colpe altrui per salvaguardare i propri
interessi o evitare di essere coinvolti in indagini spiacevoli e pericolose”
...
Pericoloso
e vergognoso e’ anche il “contratto di omerta’”
che trapela da altre cronache di altri fatti di pagine quotidiane, passati
in sordina.
La CBC- prendendosi un intervallo dalla questione fissa dei rifugiati-
ha parlato di violenza e stupro, non riferendosi stavolta ai gusti erotici
della star mediatica Gomeshi, ne’ tantomeno al “mostro”
del Maple Leaf Gardens Stuckwell (il viscido predatore di centinaia
di giovincelli che volevano solo giocare ad Hockey) ma raccontando di
una studentessa universitaria costretta a firmare un ‘contratto’
per mantenere segreto lo stupro subito.
La violenza che ha lacerato il corpo e lo spirito di una ragaz-zina
di 17 anni nella casa uni-versitaria dell’ateneo di Bran-don e’
stata messa a tacere con la firma che alla vittima e’ stato imposto
di apporre su quello che in inglese e’ definito “behavioural
contract” e che, a nostro avviso, puo’ essere definito solo
e purtroppo “contratto di omerta’” che umilia ancora
di piu’, ob-bligando a non parlare della violenza sessuale con
nessuno, eccezion fatta per un “ counsellor”...Tutto in
nome dell’onore, quello della facciata “pulita” di
un ateneo che, pare, non sia l’unico ad esercitare l’immonda
pratica.
...che tristezza! Ma anche quanta rabbia... tutta quella che dovrebbe
motivare ognuno di noi ad essere primi attori nel minare la cultura
del silenzio, affinche’ si sgretoli ogni muro di interessata,
vergognosa e delit-tuosa, seppur ‘umana’, omerta’.
Tg
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