Eutanasia: un passo avanti verso
il “si” arriva dal Quebec
Il Quebec potrebbe legalizzare l'euta-nasia nei prossimi
giorni, consentendo ai medici di procedere con l'iniezione letale sui
pazienti della provincia che soffrono di malattie terminali.
Mentre per la legislazione federale è illegale la morte assistita,
la proposta di legge Bill 52 del Quebec usa la terminologia "assistenza
medica a morire", per descrivere come i dottori possano aiutare
i pazienti a commettere il suicidio. Inoltre, il governo del partito
Quebecois ha fatto anche intendere che chie-derà agli avvocati
distret-tuali di non perseguire i casi di eutanasia.
L'esecutivo provinciale indica l'"assistenza medi-ca a morire"
come parte dei servizi sanitari di "assistenza di fine vita",
ma non è ancora chiaro se questa proposta di legge sia legale.
Il ministro incaricato, Veronique Hivon, ha insistito che il Quebec
sta andando in una direzione "di evoluzione più che di rivoluzione"
nel caso della cosiddetta "dolce morte". Il Bill 52 afferma
che possono esercitare il diritto di eutanasia solo gli adulti del Quebec
"capaci di dare il proprio consenso" e che "soffrono
di un male incurabile".
Un paziente che vuole morire, dunque, deve compilare un modulo, ma la
nuova legge permetterebbe anche ad una terza persona di fare tale richiesta
"se il paziente è fisicamente incapace di fare ciò".
Un ufficiale sanitario deve con-trofirmare il modulo.
Se il Quebec dovesse far passare la legge sull'eutanasia, i pazienti
potrebbero far domanda per tale "terapia" a partire da febbraio
2015.
La proposta di legge è arrivata in par-lamento con 84 favorevoli
e 26 contrari lo scorso 26 ottobre.
Il Collegio dei medici del Quebec sostiene formal-mente il Bill 52,
ma al suo interno si è creata una coalizione che sta chia-mando
a raccolta un'op-posizione internazionale.
Il dottor Paul Saba, uno dei 500 firmatari del manifesto anti-eutanasia,
ha affermato che i medici che assistono alla morte di un paziente violano
il Giuramento di Ippocrate, formula pre-stata dai medici-chirurghi e
odontoiatri prima di iniziare la professione.
Saba ha inoltre ammonito che nel predire la morte di un paziente da
qui a sei mesi si ha una veridicità del 50 per cento.
Probabilmente -ha aggiunto Saba - una volta passata la legge in Quebec,
anche le altre province canadesi si adegueranno, garantendo il diritto
alla morte assistita a tutti quei pazienti che soffrono di malattie
terminali, e che non hanno chance di ripresa.
Il dibattito continua.