Lo Specchio

Canada: immigrazione a picco?
3 ministri di Ottawa hanno dimostrato l'opposto al Columbus Centre

Jason Kenney (Multicul-turalismo), Joe Oliver (Finanze) e Julian Fantino (Affari dei veterani) hanno parlato di immigrazione italiana al Columbus Cen-tre di Toronto. Lo scorso venerdì i tre ministri di Ottawa hanno descritto a nome di Chris Alexander (Cittadinanza e immi-grazione) le statistiche che riguardano i nostri con-nazionali in fatto di lavoro e di "permanent resi-dency" in questo Paese dal 1946 al 2013, dimostrando a suon di numeri che l'attuale governo non ha affatto "chiuso le porte" agli italiani.
Il ministro Kenney ha esposto i numeri "nudi e crudi" dell'immigrazione italiana. Dal 1946 al 1955 ci furono 130,752 italiani che acquisirono lo status di "permanent resident" in Canada. Questo numero salì addirittura a 216,982 dal 1956 al 1965, per poi decrescere significativa-mente nelle decadi suc-cessive.
Il motivo? Nel 1967/'68 i primi ministri Pearson e Trudeau introdussero il "sistema a punti", che penalizzò i "colletti blu" e allo stesso tempo agevolò le persone con titoli universitari.
Ciò segnò la fine della grande immigrazione ita-liana. Infatti, dal 1966 al 1975 gli italiani che emi-grarono nel Paese della foglia d'acero scesero a 126,540. Dal 1976 al 1985 il dato precipitò a 20,518; dal 1986 al 1995 furono 7,872, mentre dal 1996 al 2005 il numero si fermò a 4,794.
Nella sua presentazione, Kenney ha aggiunto che il dato peggiore relativo agli italiani nella storia recente del Canada si è toccato nel 2005, quando Joe Volpe era ministro federale all'Immigrazione: in quell'anno diventarono "permanent resident" solo 344 persone.
L'attuale governo si è insediato per la prima volta nel 2006, e nel 2013 ha rilasciato 823 "per-manent residence" a cittadini italiani, facendo segnare un aumento del 139 per cento rispetto ai dati del 2005 (governo Martin). "Non è un grande numero, ma è il risultato più alto degli ultimi 20 anni", ha detto Kenney, che lo ha definito un "mo-desto rinascimento del-l'immigrazione italiana".
Non solo, ma Ottawa ha riformato le leggi sul-l'immigrazione per ria-prire le porte ai "colletti blu" con lo Skilled Trades Program, e ha introdotto lo Youth Mobility Program (la cosiddetta Working-Holiday Visa).
In generale, sotto il go-verno Harper la media di persone di-ventate "perma-nent resident" sono 256mila al-l'anno: i numeri più alti nella sto-ria del Canada, il livello più alto (pro capite) nei Paesi avanzati e segna un +14 per cento rispetto al governo Martin (222mila all'anno).
Parlando di giovani, Kenney ha riferito che sta pensando di aumentare da 6 ad almeno 12 mesi le Wor-king-Holiday Visa, con cui mille ragazzi italiani under 35 possono venire ogni anno a studiare e lavorare in Canada. Se così fosse, alla fine dei 12 mesi questi ragazzi potrebbero ri-chiedere di diventare "permanent resident" senza procedure ulteriori (come ad esempio la spon-sorizzazione da parte di un'azienda locale).
Il ministro Tory ha però aggiunto che la decisione può derivare solo da un accordo bilaterale tra Italia e Canada, e che l'ultima volta che si è confrontato con un mi-nistro italiano su questo argomento è stato nel 2012, peraltro senza grossi risultati.
A conclusione del suo in-tervento, il ministro Ken-ney ha auspicato una più stretta collaborazione con gli esponenti della co-munità italocanadese per migliorare ulteriormente i livelli di immi-grazione dal Belpaese. Mattia Bello


Dove emigrano gli italiani di oggi?

Secondo l'Istat nel 2011 ci sono stati 50mila espatri, il 57,4% uomini: 9,700 dalla Lombardia, 4,800 dal Lazio, 4600 dal Veneto e poco meno dalla Sicilia. In queste quattro regioni si concentra circa la metà (47%) delle uscite dall'Italia. Al Nord, il tasso emigratorio è più alto in Valle D'Aosta (1,3 per mille), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (1,2 per mille), mentre al Sud è più elevato nel Molise (1 per mille).
Nell'ultimo decennio il numero degli emigranti italiani con 25 anni e più oscilla tra 29mila e 39mila, e la quota di laureati passa dall'11,9% (2002) al 27,6% (2011).
In generale, le principali mete di destinazione sono Germania, Svizzera, Regno Unito e Francia, che assieme assorbono il 44% degli emigrati. Fuori l'Europa ci si reca soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile, mentre il Ca-nada non è nemmeno menzionato.


30 maggio 2014