15 MINUTI DI TERRORE SCUOTONO IL
CANADA
Son bastati 15 minuti per scuotere un’intera
nazione e mettere il Canada a confronto con il terrore, una realta’dalla
quale non siamo immuni- come ha dovuto constatare il PM Harper - e che
accende inesorabilmente un campanello d’allarme che deve far alzare
la guardia e comporta provvedimenti incisivi imposti dalla minaccia
di quella che - come l’ha definita il ministro Fantino - e’
una “nuova normalita’”.
Il mercoledi’ nero del Paese ha lasciato sui gradini dell’altare
della patria il sangue di un giovane militare, Nathan Cirillo, falciato
dalla follia estremista di un altro giovane, Michael Zehaf-Bibeau adepto
di quella che non e’ una nuova “guerra santa” ma solo
apoteosi di odio.
Il fuoco incrociato all’interno del Parlamento- roccaforte simbolo
di una nazione dove democrazia e rispetto di pensiero e religione sono
parte integrale- ha rotto il vetro di quello scudo d’incolumita’
radicato nell’immaginario di milioni di canadesi.
Mercoledi 22 ottobre 2014, ore 9:52.
E’ l’alba di un nuovo giorno, quello del terrore, fatto
di sangue, quello che scorre sui gradini dell’Altare della Patria
sulla collina di Ottawa, a pochi passi dal palazzo del Parlamento canadese.
Nathan
Cirillo, 24 anni di Hamilton, caporale del reggimento Argyll and Suther-land
Highlanders, e’ una delle due guardie d’onore del National
War Memorial, e stava svolgendo con orgoglio quel servizio a cui aspirava
da quando a 13 anni si era arruolato come riserva . Viveva un sogno...che
si e’ infranto quando e’ caduto sotto i colpi di uno squilibrato
saltato fuori all’improvviso.
Uno, due, forse tre colpi di carabina da caccia che gli hanno lacerato
il petto sotto gli occhi del suo commilitone e quelli dei soliti turisti.
Attimi di angoscia, inutili tentativi di riportarlo in vita da parte
di una passante . La vita di Nathan e’ finita li’, e qualcuno
dovra’ spiegare ‘perche’ ‘ al bambino di sei
anni che aspettera’ invano il suo papa’.
Cirillo
e’ la seconda vittima di quelli che senza ombra di dubbio, sono
( nel giro di pochi giorni l’uno dall’altro in questo Paese)
attacchi terroristici da parte di estremisti canadesi che la loro jhihad
avrebbero voluto combatterla in Iraq, Siria e in tutti quei paesi in
cui il nuovo esercito dell’ISis, fa strage e scempio.
A Michael Zehaf- Bibeau, e’ questo il nome del 32enne che ha colpito
a morte Cirillo, non e’ bastato il sangue del giovane caporale.
La sua folle corsa lo ha portato all’interno del Palazzo del Parlamento
:e’ li’ che avrebbe potuto compiere una vera e propria strage
“degna” di quella che questo aspirante militante islamista
ritiene la “sua” guerra santa...
Nel “transatlantico” - l’area del palazzo di governo
dove solitamente confluiscono tutti i membri del Parlamento prima delle
sedute, c’erano in quel momento solo pochi addetti al lavoro e
giornalisti, quelli che hanno documentato l’incredibile, inatteso
attacco ed il tragico epilogo.
Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che hanno
messo a nudo, anche se sfocate, quale e’ la faccia del terrore,
della follia omicida, dell’eroismo.
Il terrore e’ quello dei colpi di arma da fuoco
che sono risuonati tra le navate e che hanno subito messo in allarme
i deputati nei saloni adiacenti- intenti alle riunioni del proprio caucus
prima della seduta parlamentare. Si sono subito barricati, con mezzi
di fortuna, come sedie e tavoli ammassati per bloccare le porte delle
aule.
Follia omicida. E’ quella del “combattente”
terrorista Michael Zehaf-Bibeau che il suo fucile ha alzato un’
ennesima volta puntandolo contro le guardie, i poliziotti, gli agenti
della RCMP, i militari schierati a difesa del centro del potere di questa
nazione.
Un colpo, poi un altro, poi raffiche: un fuoco incrociato di una quindicina
di secondi. Poi il silenzio. Quello della morte.
E a cadere, in quella navata di lucido marmo, e’ proprio lui,
il terrorista che, si scoprira’ dopo, aveva qualche precedente
penale e a cui era stato ritirato il passaporto perche’, secondo
le segnalazioni dei servizi antiterrorismo internazionali, era uno di
quei “viaggiatori” pericolosi.
Il suo viaggio di odio e’ finito per mano di chi, il giorno dopo,
e’ definito l’eroe di questa tragica giornata. E’
Kevin Vickers , capo della sicurezza del Parlamento, colui che i canadesi
conoscono come “il mazziere” con toga e cappello che fieramente
guida il corteo delle aper-ture di seduta parlamentare.
Un omone di 59 anni
che ha alle spalle oltre 29 anni di servizio nelle Giubbe Rosse: ha
preso dal suo ufficio la pistola - quella che secondo il fratello non
avrebbe mai usato quando in servizio per l’RCMP - e con determinazione
ha affrontato il folle omicida e ha fatto fuoco, uccidendolo.Il Primo
Ministro Harper a nome della Nazione lo ha ringraziato per il suo atto
di eroismo; il PM ha anche doverosamente espresso il suo cordoglio per
la vita spezzata del caporale Cirillo ed ha in un breve-per alcuni forse
troppo breve- messaggio fermamente ribadito che il Canada non si sottomette
alla strategia del terrore, anzi, questo attacco da’ nuovo vigore
alle risoluzioni di intervento a fianco della coalizione contro l’ISIS.
Tozzi
Nelle foto:
Nathan Cirillo, il caporale che svolgeva servizio
come guardia d’onore al Monumento ai Caduti sulla collina del
Parlamento ad Ottawa, poco prima d’essere ucciso aveva posato
con una turista per una foto ricordo...
Gli inutili tentativi di riportare in vita
Nathan Cirillo, la giovane guardia d’onore uccisa mercoledi’
Michael Zehaf -Biebeau, il terrorista filoislamista
che ha ucciso una giovane guardia d’onore prima dell’”attacco”
al Parlamento di Ottawa. “Chiedo scusa per quanto e’ successo”
...il commento di sua madre
Le“barricate” di fortuna in un
aula di parlamentari .
Kevin Vickers," l’eroe" che
ha ucciso il terrorista.
In Quebec il primo attacco
in nome dell'Isis
Il primo episodio di terrorismo islamico in Canada, ha
il volto di un giovane ragazzo quebecchese convertitosi all'estremismo
religioso un anno e mezzo fa.
Martin Rouleau, 25 anni di Saint-Jean-sur-Richelieu (cittadina a sud
di Montreal), ha deciso di seguire i dettami dell'Isis dopo che la sua
compagnia di pulizia industriale ha subito un furto e l'uomo si è
convinto che la polizia non avesse eseguito indagini appropriate.
Lunedì scorso ha preso la sua auto e ha investito due soldati
nel parcheggio dell'Integrated Personnel Support Centre della sua città,
causando la morte del maresciallo Patrice Vincent, 53 anni, e il ferimento
di un altro ufficiale, che dovrebbe sopravvivere.
Rouleau aveva preso di mira un gruppo di tre persone, tutti soldati,
ma solo due con l'uniforme delle Canadian Armed Forces (Caf). Una dei
tre era una donna che, vedendo la vettura avvicinarsi ad alta velocità,
è riuscita ad allontanarsi e mettersi in salvo.
Rouleau è poi scappato e, molto lucidamente, ha chiamato il 911
per spiegare che stava "agendo in nome di Allah". L'uomo era
inseguito dalla polizia, e ha cercato di evitare un posto di blocco
perdendo il controllo della vettura, che si è ribaltata ed è
finita in un fosso. Rouleau si è divincolato dall'auto e ha affrontato
con un coltello un agente, quando è stato investito da colpi
di pistola, morendo diverse ore dopo in ospedale.
Le autorità conoscevano l'individuo, che quest'estate era stato
fermato in dogana mentre stava cercando di recarsi in Turchia per poi
combattere in Medio Oriente a fianco dello Stato Islamico. Gli agenti
gli avevano ritirato il passaporto, ma non lo avevano arrestato per
la pochezza degli elementi in loro possesso.
L'RCMP lo monitorava da mesi incontrando lui, la famiglia e l'imam della
moschea che frequentava, per "distoglierlo" dal fanatismo
islamico. L'ultimo incontro era avvenuto appena 11 giorni prima l'attacco
all'Integrated Personnel Support Centre. L'uomo aveva affermato che
voleva cambiare in positivo, ma pro-babilmente ha seguito alla lettera
il messaggio dell'Isis di "uccidere tutti i miscredenti, in qualsiasi
modo pos-sibile".
Si poteva evitare la tragedia? Le autorità dicono di no, perché
non avevano indicazioni che facessero pensare a un possibile attacco
terroristico in Canada. Imprenditore e padre di un bambino, Martin Rouleau
era diventato ossessionato dalle notizie relative alla "guerra
santa". Aveva un profilo Facebook con il nome "Ahmad Rouleau",
dove comparivano diverse immagini di Stephen Harper e altri capi di
stato assieme a leader ebrei. Su Twitter aveva nome "Abu Ibrahim
AlCanadi" e seguiva molti seguaci dell'Isis, mentre sul social
media musulmano "Ummaland" compariva con il volto coperto
dal jihadi.
Gli amici lo hanno descritto come una persona instabile, qualcuno parla
anche di de-pressione: un giorno era "nor-male", il giorno
successivo cam-biava. Rouleau era accecato dall'odio e il rancore. Un
amico stretto, che ha voluto restare ano-nimo, ha usato una frase molto
significativa: "È stato un attacco terroristico e Martin
è morto come voleva".
Martin Rouleau è l'esempio di quello che le autorità canadesi
hanno sempre avuto paura: un terrorista radicale nato e cresciuto in
Canada, che agisce all'interno del suo Paese. MB