Sparatoria all’universita’
quanto sono sicuri i nostri figli e nipoti?
La York University è di nuovo nell'occhio del ciclone
per gravissimi problemi di sicurezza nel campus di Keele, con crescente
tensione e terrore da parte di studenti, docenti, staff e opinione pubblica.
Giovedì scorso verso le 10.45 pm un ragazzo di colore sui 25
anni ha sparato nella caffetteria del centro studenti dell'ateneo, ferendo
due ragazze, Annie Malik e Namra Malik (le due non sono parenti). Una
è stata ferita ad una gamba, mentre l'altra è stata raggiunta
da un frammento di proiettile. Entrambe, per fortuna, non sono in pericolo
di vita. L'uomo, alto 1,83 metri con felpa nera col cappuccio, è
scappato a piedi, e non si sa se sia uno studente della York. Secondo
le autorità è stato un incidente, le donne non erano un
bersaglio e forse il colpo è partito per sbaglio. La domanda
però è un'altra: come può essere che un'arma da
fuoco circoli all'interno di un'università?
Purtroppo la York non è nuova ad episodi di violenza. Durante
l'estate 2012 c'è stata una serie di stupri, e la striscia di
terrore è continuata nel novembre dello stesso anno.
Stephanie Castellano, studentessa dell'ateneo, la scorsa settimana ha
lanciato una petizione per avere più poliziotti nella cittadella
universitaria. Il presidente dell'ateneo, Mamdouh Shoukri, ha cercato
di minimizzare, sottolineando che sono già state aumentate le
misure di sicurezza, e che York offre gli stessi "parametri"
di sicurezza delle altre università canadesi.
C'è anche chi dice che York sia nel "mirino" dei media
perché è situata nell'area di Jane-Finch, zona che ha
il tasso più elevato di criminalità di Toronto. In effetti,
i dati della Ryerson University non sono molto edificanti: da settembre
2013, ci sono stati venti casi tra stupri, furti e violenze. Nel luglio
2013 il campus dell'ateneo - situato tra Victoria e Gould street - ha
registrato l'accoltellamento di un ragazzo dopo una lite con due assalitori:
la vittima non è mai stata in pericolo di vita.
"Mal comune mezzo gaudio", dunque, secondo alcuni. Un ragionamento
che non può soddisfare chi studia o lavora alla York, perché
il luogo della cultura per eccellenza non può e non deve essere
una scena del crimine.