Letta a Woodbridge
Enrico Letta aprirà la vi-sita canadese a Wood-bridge.
Domenica 22 set-tembre il presidente del Consiglio incontrerà
i connazionali al Para-mount Conference and Event Venue (222 Ro-wntree
Dairy Rd.), in una cena organizzata dal Congresso nazionale degli Italo-Canadesi,in
collaborazione con la CIBPA, a cui par-teciperà anche il primo
ministro Stephen Harper. Letta resterà in Canada il 22 e il 23
settembre: è la prima volta che il pre-sidente visita il Paese
del-la foglia d'acero.
L'ultima volta di un premier italiano a Toronto risale a Giuliano Amato,
era il 2001.
La visita ufficiale del presidente del Consiglio Letta prevede un in-contro
di lavoro con Harper, che ha sottoli-neato come l'Italia sia "un
importante amico e un va-lido alleato del Canada".
I due Paesi, dice Harper, sono "entrambi impegnati nell'incrementare
priorità comuni, incluso il garan-tire prosperità e sicurez-za,
e accrescere i valori di libertà, democrazia e ri-spetto della
legge".
Durante la visita(che si concludera’ il 23 settem-bre) si parlerà
principal-mente di economia, c'è da discutere il Canada-Euro-pean
Union Comprehen-sive Trade Agreement, e di sicurezza, per i recenti
sviluppi bellici in Siria. Letta e Harper si erano visti per l'ultima
volta al G8 dello scorso giugno.
A proposito di economia, il primo ministro cana-dese ha aggiunto che
"questa visita ufficiale mi permetterà di celebrare lo spirito
imprenditoriale e il successo della comu-nità italocanadese,
che si impegna fortemente nei confronti del Canada, dando un significativo
contributo alla nostra nazione in tutte le aree della società".
Il commercio bilaterale tra Canada e Italia è am-montato a 6.9
miliardi nel 2012, facendo del Bel-paese il decimo partner commerciale
più impor-tante del Canada.
Nel marzo del 2001 Ama-to incontrò ad Ottawa l'allora primo ministro
Jean Chretien e il mini-stro per il Commercio estero Pierre Pettigrew.
Il giorno dopo fece una vi-sita lampo a Toronto, ac-compagnato dal ministro
federale Maria Minna e dal console generale Scarlata. Prima Amato incontrò
in forma privata alcuni ricercatori dell'Uni-versità di Toronto.
Poi si recò all'Istituto Italiano di Cultura, a Queen's Park
e al Columbus Centre, in cui in forma pubblica incontrò la nostra
comunità.
Il tema scottante era l'in-troduzione del voto all'estero.
Ebbene, dopo due legi-slature in cui esistono le circoscrizioni estere,
for-se il tema si è ribaltato. Ha ancora senso questo diritto
e dovere demo-cratico per chi non risiede nel Bel-paese, dato il pessimo
lavoro dei 18 parla-mentari che ci dovreb-bero rappresentare?
E cosa dire del taglio del 50% dei fondi per la cultura italiana all'estero
e della scure sui servizi consolari?
Quesiti che gireremo al presidente Letta.