aDELE sORELLA CONDANNATA ALL’ERGASTOLO
PER L’UCCISIONE DELLE DUE FIGLIE
I CADAVERI DELLE BAMBINE DI 8 E 9 ANNI FURONO TROVATI
NELLA LORO CASA A MONTREAL NEL MARZO 2009
Colpevole!
Il vedetto della giuria , senza ombra di dubbio, ritiene che Adele Sorella
ha con premeditazione ucciso Sabrina ed Amanda, le bambine di appena
8 e 9 anni avute dal matrimonio con Giuseppe De Vito, l’ex marito
legato al sottobosco malavitoso di Montreal.
Un verdetto a cui si e’ ar-rivati dopo tre giorni di delibera
in un processo che e’ iniziato il 29 aprile 2013, quattro anni
dopo quel tragico 31 marzo del 2009 in cui i corpi senza vita delle
due sorelline fu-rono ritrovati nella stanza dei giochi della lussuosa
casa di Laval.
Sembravano dormire... li’ sul pavimento , quasi vici-ne, in mezzo
ai tanti gio-cattoli. Questa l’imma-gine ancora tragicamente viva
negli occhi degli agenti della polizia quan-do andarono a perquisire
la casa. Un ritrovamento avvenuto dopo che la ma-dre Adele, aveva avuto
un incidente d’auto a poca distanza dalla sua abi-tazione.
Li’ per li’ gli agenti pen-savano che le bimbe fos-sero
ancora vive, si ado-peravano per soccorrerle, inutilmente.
Quel piccolo rivo di san-gue che scorreva dal naso era segno di vite
spezzate.
La scientifica poi deter-mino’ che i cadaveri sa-rebbero stati
posti li, sulla scena del delitto, ma la morte sarebbe soprag-giunta
in un altro vano della casa.
I sospetti, sin dall’inizio, caddero sulla madre, que-sta donna
di 47 anni, scos-sa ma con poche emo-zioni, che alle domande insistenti
degli inquirenti rispondeva col silenzio.
Per ben 70 volte, nel-l’in-terrogatorio del primo aprile del 2009,
Adele invocava il suo diritto a non dire niente...
Arrestata con l’accusa di infanticidio, fu rilasciata su cauzione
il 23 giugno del 2010.
Intanto gli inquirenti co-struivano il quadro accu-satorio che vedeva
proprio in lei l’artefice della morte delle sue figlie. Le aveva
fatte morire per asfissia, chiudendole in quella ca-mera iperbarica
che usava per alleviare le sof-ferenze di una delle figlie, Sabri-na,
che soffriva di artrite infantile.
Chiuse in quella che si sarebbe tra-sformata in una camera della mor-te,
man mano che l’ossigeno si affie-voliva, le bambine son passate
dal son-no alla morte, si spera senza soffrire.
I loro corpi sarebbero poi state messi nella sala dei giochi; vestiti
con le uni-formi della scuola, negli zainetti pronti con la co-lazione
, insieme ai panini anche biscottini al cioc-colato...
E Adele che “ non sapeva niente”... anzi era convinta che
le sue bimbe fossero vive.
Convinzioni di una mente disturbata? Quella di una donna vulnerabile,
che soffriva di depressione, e che per ben tre volte ( la prima nel
2006 dopo la scomparsa del marito) aveva tentato il suicidio?
La perizia psichiatrica su questo ha dato solo una risposta: Adele era
capace di sostenere un processo.
Ed al processo lei si e’ di-chiarata non colpevole.
La colpevolezza se la sa-rebbe addossata l’ex ma-rito, il padre
delle bimbe- all’epoca dei fatti fug-giasco , dal 2006, per traf-fico
di droga ( 218 chili di cocaina ) che gli costera’ poi(nel 2012)
una con-danna a 15 anni di carcere.
L’8 maggio 2013, Joe De Vito davanti ai giurati si e’ assunto
la responsabilita’ della morte delle sue figle.
Ma non gli hanno creduto.
La colpevole e’ lei, Adele, che non ha battuto ciglio, non ha
pianto. Perche’, co-me dice lei, non ha la-crime, conseguenza
di un tumore al cervello che nel 2001 l’ha costretta alla rimozione
dei canali la-crimali.
La sua, in carcere, sara’ una lunga,angosciosa ... arida solitudine.
Tozzi