POVERE INFERMIERE E POVERI MALATI
IL 25 % DEGLI INFERMIERI BOCCIANO
IL PROPRIO OSPEDALE
Senza parole...
Si commenta da sola la notizia divulgata dalla CBC che rivela che un
quarto degli infermieri di questo paese “non” rac-comenderebbe
ad un pro-prio caro di farsi curare nell’ospedale dove lavo-rano!
Un dato a dir poco shoc-cante e che conferma , dati alla mano, che la
sanita’ del Canada non gode di buona salute.
Quel 25 per cento di in-fermieri e’ un quarto degli oltre 4500
interpellati che prestano servizio presso 257 ospedali dislocati in
diverse provincie.
Nel sondaggio online, ad uso della popolare tra-smissione d’investigazio-ne
giornalistica “ the Fifth Estate”, si voleva definire la
valutazione degli ospe-dali, interpellando proprio gli addetti al lavoro.
Il quadro estrapolato dalle risposte, oltre al dato di cui sopra, traccia
uno scenario ben lontano dall’eccellen-za delle cure sanitarie
a cui, fino a qualche decen-nio fa, eravamo fortuna-tamente abituati.
L’attuale situazione, veri-ficata anche attraverso questo sondaggio,
mostra che nella maggior parte degli ospedali c’e’ una pre-occupante
carenza di per-sonale: il 60 per cento degli infermieri avrebbero affermato
che per questo non sono in grado di fare il proprio lavoro come si deve.
La mancanza di personale costringerebbe anche ad osservare turni di
straordinario o sovracca-richi di incombenze, come spesso avviene quando
se un infermiere e’ ammalato non viene sostituto da un supplente
ed i suoi compiti sobbarcati dai compagni di corsia. E tutto cio’
con le ovvie conseguenze che si ribaltano sulla qualita’ dell’assistenza
ai pazienti.
All’inadeguatezza del nu-mero si affianca anche la mancanza della
materia prima, deficenza di stock in materiale ed attrez-zature necessarie,
come indicato dal 36 per cento delle infiermiere inter-pellate. E, addirittura,
il 6 per cento dice che a volte manca anche l’acqua cal-da, il
sapone, la carta per asciugarsi le mani o faz-zoletti intrisi d’alcol,
indi-spensabili per osservare le dovute precauzioni igie-niche.
Una situazione questa legata a doppio filo alla crisi ed al taglio delle
spe-se.
La scure dei tagli , secondo le affermazioni di alcuni degli infermieri-
che non ci hanno pero’ messo la faccia, mantenendo l’ano-nimato
per ovvii motivi- mette a rischio la qualita’ del sistema.
Se un’infermiere arriva a dire “Fortunatamente solo grazie
a Dio, anche oggi e’ passato senza che “nulla” sia
successo...!” e se il 25 per cento dice ad un pro-prio caro meglio
che non vieni a farti curare nel mio ospedale!... dove siamo arrivati
e, meglio, dove stiamo andando a finire?
La risposta, oltre che ai politici, bisognerebbe for-se chiederla anche
a quegli aministratori, tanti dei quali,come riportavamo lo scorso numero,
brillano per le buste paghe da paperon de paperoni.
Tozzi