dolore e ribrezzo:
la fine della piccola Tori
Prime udienze al processo a carico di Michael Rafferty,
“l’’innocente”
Nella ricerca della verita’ che dovrebbe definire
se Michael Rafferty e’ ve-ramente “innocente”- co-me
si e’ proclamato al-l’inizio del processo- nell’aula
del tribunale aleggia l’immagine di una bimba di otto anni, rapita,
picchiata, violata e sfra-cellata a colpi di martello.
Fa accaponare la pelle, guardando quel viso di bambola dagli occhi az-zurri,
pensare e sapere che il suo misero corpicino, dopo lo scempio sia stato
buttato li, sotto un muc-chio di sassi. E fa ribrezzo pensare che 103
giorni dopo la sua scomparsa, qualcuno ha smosso quei sassi ed ha portato
alla luce un cadavere nudo dal-la vita in giu’ed un torso lacerato,
vestito ancora con quella maglietta di Hannah Montana...
Era la preferita della pic-cola Tori, quella che met-teva per le occasioni
spe-ciali, perche’ anche quel giorno, l’8 aprile del 2009,
per la bimbetta di 8 anni, era un giorno speciale...
Aveva finalmente una nuova cameretta, un nuo-vo lettino da mostrare
or-gogliosa alle sue ami-chette che aveva invitato a casa, per far festa
con lei, dopo la scuola...
Ma allo squillare della campanella, Tori, dopo esser ritornata in aula
per riprendere gli orecchini a farfalla - quelli di sua madre che tanto
le pia-cevano e che aveva voluto indossare in quel giorno speciale -
e’ stata presa per mano da colei che si e’ confessata sua
carnefice.
Quella ragazza affogata nel giubbone bianco , Terri-Lynne McClintic,
ripresa dai video che i 12 giurati hanno rivisto nelle prime giornata
di questo processo, siedera’ presto sul banco di deposizione e
li’ raccontera’ di nuovo quale e’ stato il calvario
della piccola Tori.
Si, perche’ la tragica fine ha gia’ un racconto, quello
oscurato ai media, ma scritto negli atti del pro-cesso che ha gia’
con-dannato la “ragazza” di colui che ora siede sul banco
degli imputati.
Michael Rafferty, tutto leccato e laccato nel suo abito gessato, sotto
gli occhi scru tatoridei suoi giudici , con lo sguardo finora con nessuna
emo-zione, se non quella punta di una (falsa?) lacrima nel sentire la
maestra di Tori raccontare dell’allegria e vitalita’ di
quella sua alunna anche in quel gior-no in cui la campanella della scuola
e’ suonata , per lei, con rintocchi di morte.
Secondo la ricostruzione in tribunale, Terri-Lynne McClintic (che aa
madre di Tori aveva gia incon-trato prima della tragedia, quando era
andata a comprar droga dalla ma-dre dell’assassina della sua bimba
) ha portato per mano Tori verso l’auto (ripresa dai video di
sor-veglianza) in cui aspet-tava il suo amico del cuore del momento,
Michael Rafferty. Di li’ in poi, grazie alle ricostruzioni delle
intercettazioni delle cellule di trasmissione che localiccazino le posizioni
del telefono cellulare ( di cui Michael sarebbe un patito,ossessionato
nel-l’usarlo), il viaggio della morte e’ iniziato, con solo
qualche sosta, una per comprare della droga, l’altra per ritirare
dei soldi, e poi quella per comprare delle buste per l’im-mondizia,
di plastica,(le ha scelte verdi Terry-Lyn-ne). E poi un martello...
quello stesso che sarebbe stato usato per fracassare il cranio della
piccola Tori, ma solo dopo averla pic-chiata con colpi gia’ essi
letali al torace, all’ad-dome, spappolandole il fegato...
Orrore e ribrezzo... anche solo nel riportare quello che i genitori
di Tori stan-no rivivendo.
Le testimonianze conti-nuano e cresce con esse il dolore e la pieta’
per quella piccola vita spezzata.
E lui, il “presunto” assas-sino, aspetta il suo turno.
...chissa’: stara’ gia’ pen-sando a quale vestito
in-dossare...
Tozzi