Lo Specchio

"THE HEROIC CHARLATAN" LA STORIA
IN LINGUA INGLESE DI GIORGIO PERLASCA

Numerosi sono i libri che raccontano la storia di Giorgio Perlasca, il "Giusto tra le Nazioni", che tra la fine del 1944 e il gennaio del 1945, fingen-dosi console spagnolo a Budapest, riusci’ a con-trastare la barbarie del-l'antisemitismo nazista, salvando la vita di mi-gliaia di ebrei ungheresi. Una delle biografie più note, "Giorgio Perlasca, un italiano scomodo", scritta da Dalbert Hal-lestein , Editore Chiarelet-tere, è stata di recente tradotta in lingua inglese da Padre Marco Bagnarol ed è uscita in questi giorni con il titolo di "The Heroic Charlatan".
Il libro in lingua inglese è stato presentato ufficial-mente la settimana scorsa al Centro Veneto alla pre-senza di Franco Perlasca, figlio di Giorgio e pre-sidente della "Fondazione Giorgio Perlasca", del-l'autore Dalbert Halle-stein, e di padre Marco Bagnarol.
La presentazione del libro è stata preceduta dagli interventi del Console Generale d'Italia Gianni Bardini e del presidente del Congresso Avvocato Tibollo, a cui ha fatto seguito la proiezione del documentario prodotto dalla Fondazione con il commento storico-bio-grafico di Piero Angela.
Particolare commozione ha suscitato l'intervento di Franco Perlasca il quale dopo aver ripercorso bre-vemente la storia del padre, di cui egli stesso è venuto a conoscenza solo nel 1988, alcuni anni pri-ma della morte, ha sot-tolineato l'importanza di questo libro tradotto in lingua inglese per far si che la storia di Giorgio Perlasca, l'italiano per troppo tempo dimenticato da tutti, continui ad essere di esempio anche per le generazioni future.

Nella foto , in alto sotto il titolo, un momento della presen-tazione del libro, al Veneto Centre. Nella foto si riconoscono Dalbert Hallestein autore del libro in italiano “ , "Giorgio Perlasca, un italiano scomodo", il Presidente del Congresso degli ItaloCa-nadesi Tibollo, il Console Generale d’Italia Bardini, Sam Ciccolini e Franco Perlasca. Quest’ultimo anche nella foto in basso a sin. insieme a padre marco Bagnarol che ha curato la versione inglese del libro che e’ stato presentato anche al centro ebraico Lipa Green ( foto in alto).


 

Lo Specchio -16 aprile 2004

“In quella che e' la vita di Perlasca, oltre al grande coraggio - unito all'intelligenza e alla fantasia - che lo ha portato a salvare da sicura morte piu' di cinquemila ebrei - quello che mi ha particolarmente colpito e' il suo ritornare al suo paese e non rac-contare a nessuno, neppure ai fa-miliari, quello che aveva fatto.
Per oltre 30 anni Perlasca si e' tenuto tutto dentro e, se non fosse stato scoperto, probabilmente se ne sarebbe andato lasciando sulla sua tomba solo quella scritta "Giusto tra le Nazioni" che mol-tissimi si domandano cosa voglia dire.”

PERLASCA UN EROE ITALIANO

Da giovane, Giorgio Perlasca aderì in modo convinto al Partito Fascista e combatté come volontario nel Regio Esercito prima in Africa orientale e poi nella guerra civile di Spagna nel Corpo Truppe Volontarie a fianco dei nazionalisti del generale Francisco Franco, dove rimase come artigliere fino al 1939.
Al principio della seconda guerra mondiale, Perlasca si trovò a lavorare come incaricato d’affari con lo status di diplomatico per comprare carne per l’Esercito italiano prima in Jugoslavia e, dal 1942, in Ungheria a Budapest.
Il giorno dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 sette-mbre 1943) si trovava ancora nella capitale ungherese e, dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, si trovò ad essere ricercato dai tedeschi e fu co-stretto a trovare rifugio presso l'ambasciata spagnola.
Ottenuti dall'ambasciata, come ex combattente, una cit-tadinanza fittizia e un passaporto spagnoli, si trasformò in «Jorge Perlasca» e fu impiegato dall'ambasciatore Ángel Sanz Briz nel tentativo di salvare gli ebrei di Bu-dapest, ospitati in apposite «case protette» dietro il rilascio di salvacondotti.
Quando nel novembre 1944 Sanz Briz lascio’ l'Un-gheria per non riconoscere il governo filonazista ungherese, Perlasca decise di restare e spacciarsi come sostituto del console partente, all'insaputa dello stesso, redigendo di suo pugno la nomina a diplomatico, con tanto di timbri e carta intestata.
Da quel momento Perlasca si trovò a gestire il "traffico" di migliaia di ebrei, nascosti nell'ambasciata e nelle case protette sparse per la città, unendosi agli sforzi compiuti con gli stessi mezzi e con gli stessi obiettivi dal diplomatico svedese Raoul Wallenberg e dal nunzio apostolico Mons. Angelo Rotta.
Tra il 1º dicembre 1944 e il 16 gennaio 1945 Perlasca rilasciò migliaia di finti salvacondotti che conferivano la cittadinanza spagnola agli ebrei, arrivando più volte a strappare letteralmente dalle mani delle Croci Frecciate i deportati sui binari delle stazioni ferroviarie.
Si calcola che grazie all'opera di Perlasca circa 5.200 ebrei furono salvati dalla deportazione, circa quattro volte di più di quelli salvati da Oskar Schindler.
Dopo l'entrata a Budapest dell'Armata Rossa, Perlasca dovette abbandonare il suo ruolo di diplomatico spa-gnolo, in quanto filo-fascista e perciò ricercato e arre-stato dai sovietici.
E’ morto a Padova nel 1992, all’eta’ di 82 anni.

GIUSTO TRA I GIUSTI

Soltanto nel 1987, oltre quarant'anni dopo, alcuni ebrei ungheresi residenti in Israele rintracciarono finalmente Perlasca (repu-tato da molti un cittadino spagnolo) e divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà.
Perlasca fu insignito di numerose onoreficenze, da parte degli Stati Uniti, Spagna , Ungheria e, finalmente anche dall’Italia.Ma la piu’ importante onoreficenza fu quella attribuitagli dallo Stato di Israele che, oltre alla cittadinanza onoraria , lo invito’ nel “Giardino dei Giusti” dove, al pari di altri piu’ conosciuti di lui , come Wallenberg e Schindler, pianto’ un albero che portava il suo nome.
Secondo la tradizione ebraica , i Giusti sono coloro che, con le loro buone azioni rendono gradito a Dio il mondo ed e’ per loro - sono solo trentasei - e le loro buone azioni che Dio non distrugge il mondo.

 

6 aprile 2012